Vezio Paoletti
Vezio Paoletti (Firenze, 1890 – Montevarchi, 3 gennaio 1943) è stato un militare e ufficiale italiano, veterano della prima guerra mondiale, nel 1923 entrò in forza alla Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale raggiungendo il grado di seniore. Con lo scoppio della guerra di Spagna partì volontario, distinguendosi nella battaglia di Santander, venendo decorato con una Medaglia d'oro e due di bronzo al valor militare. BiografiaNacque a Firenze nel 1890,[2] figlio di Alfredo e Amelia Bottai. Frequentò l'Istituto agrario di Scandicci, diplomandosi come agronomo nel 1909, ed esercitando la professione nelle campagne di Santa Caterina a Tortona fino al maggio 1915, quando all'atto della mobilitazione generale fu chiamato a prestare servizio militare nel Regio Esercito.[1] Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 dello stesso mese, fu destinato a prestare servizio nel 9º Reggimento artiglieria da fortezza.[2] Promosso aspirante ufficiale nel giugno 1917, divenne sottotenente un mese dopo e tenente a partire dal 15 aprile 1918.[2] Combatte in forza ad alcune batterie d'assedio, passando al battaglione aerostieri nell'agosto 1918[1]. Congedato nell'agosto 1919, riprese la propria attività, e iniziò a dedicarsi anche alla politica.[1] Ricoprì alcuni incarichi in seno alla Confederazione Agricoltori, fondò i fasci di combattimento della Valdichiana, entrando successivamente nella Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale nel maggio 1923 con il grado di centurione.[2] Promosso seniore nel 1930, dopo lo scoppio della guerra civile spagnola partì volontario per combattere nel Corpo Truppe Volontarie.[2] Il 21 maggio 1937 si imbarcò a Genova, sbarcando poi in Spagna dove ricoprì l'incarico di Ispettore delle batterie da accompagnamento della 1ª Divisione CC.NN. "Dio lo Vuole".[1] Nel maggio successivo fu trasferito come comandante al III Gruppo cannoni da 65/17 del Reggimento p.c. (piccoli calibri) della 2ª Divisione CC.NN. "Fiamme Nere". Si distinse durante la battaglia di Santander, entrando in servizio permanente effettivo nella MVSN, e poi sul fronte di Santander e in altre operazioni belliche venendo decorato di due Medaglie di bronzo al valor militare.[1] Rimasto gravemente ferito venne rimpatriato nell'ottobre 1938, e nell'aprile dell'anno successivo fu posto in congedo assoluto per invalidità di guerra, decorato dal governo spagnolo con la Medalla Militar, e da quello italiano con la Medaglia d'oro al valor militare.[1] Divenuto Podestà di Montevarchi si spense dopo lunga malattia il 3 gennaio 1943.[1] Onorificenze«Comandante di un gruppo da 65/17 in accompagnamento immediato, gravemente ferito in un incidente automobilistico durante l’azione e costretto all'ospedale, ne usciva dopo pochi giorni sebbene ancora sofferente e febbricitante, per riprendere il suo posto di combattimento. Durante un violento, improvviso attacco nemico, che penetrava in prossimità della linea dei pezzi e minacciava di estendersi rapidamente, con virile coraggio e rapide e felici disposizioni riusciva ad organizzare la difesa e a passare al contrattacco alla testa dei suoi artiglieri e al canto degli inni della Patria. Legionario di altissima fede, fulgida figura di combattente, comandante sereno, accorto, valente, valorosamente distintosi in venti mesi di campagna per brillanti qualità militari e indomito coraggio. Battaglia del Levante - Caudiel, 27 luglio 1938.[3]»
— Regio Decreto 30 novembre 1939.[4] «Comandante di un gruppo di artiglieria, sempre sulle prime linee, per assicurare la precisa e tempestiva azione delle proprie batterie, in dodici giorni di combattimento fu costante esempio di alta fede, ardimento e sprezzo del pericolo. In particolare momento critico del combattimento nella nebbia, resosi rapidamente conto della situazione, portava personalmente due pezzi in avanti a poche centinaia di metri dal nemico, sotto intenso fuoco di fucileria e di mitragliatrici, e contribuiva efficacemente con preciso fuoco alla risoluzione del combattimento. Fronte di Santander, 14-26 agosto 1937.»
«Comandante di gruppo 65/17 era di esempio magnifico ai suoi dipendenti per dedizione al dovere e serenità del pericolo, non esitando a spingersi nelle primissime linee e riconoscere le posizioni occupate e ad installarvisi col suo osservatorio per meglio appoggiare l'azione delle fanterie. Per più giorni sottoposto col gruppo ad intenso tiro di artiglieria ed anche di armi automatiche, assolveva senza interruzioni il proprio compito, fino a che definitivamente rotta la fronte nemica, partecipava coi fanti all'inseguimento che premiava la serie di sacrifici che avevano gloriosamente affratellate con questi i suoi artiglieri. In precedenti combattimenti aveva dato ripetute prove di perizia, audacia e sprezzo del pericolo. Morablanca – Rio Mattarana – Tortosa, 26 marzo,19 aprile 1938 – Magdalena – San Blas, 27 dicembre-18 gennaio 1938.»
— Regio Decreto 6 maggio 1926[5]
— Regio Decreto 27 ottobre 1940[6]
— Regio Decreto 21 maggio 1942[7]
NoteAnnotazioniFonti
Bibliografia
Collegamenti esterni
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