La Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale è stato un corpo prima paramilitare, e poi una forza armata del Regno d'Italia durante il Ventennio Fascista.
La sua prima costituzione è stata originata dalla necessità di inquadrare in una cornice di legalità le squadre fasciste che avevano operato durante il Biennio Rosso e fin dopo la conquista del potere dopo la Marcia su Roma.
Dopo essere stata comandata dai Quadrumviri della Marcia su Roma Emilio De Bono (1º febbraio 1923-31 ottobre 1924); Italo Balbo (1º febbraio 1923- fino al 21 novembre 1924); e Cesare Maria De Vecchi (1º febbraio 1923 - fino al 10 luglio 1925), la MVSN era stata successivamente affidata ai generali Asclepia Gandolfo (1º dicembre 1924 - 31 agosto 1925) e Maurizio Ferrante Gonzaga (12 settembre 1925 - 9 ottobre 1926).
Successivamente, lo stesso Benito Mussolini aveva assunto l'incarico a partire dal 12 ottobre 1926, e lo avrebbe mantenuto fino al 25 luglio 1943, giorno della sua destituzione ed arresto.
La Milizia nel 1928 dipendeva da un Comando Generale[1] sito in Roma, ed era poi suddivisa in quindici zone sul territorio nazionale, più altre tre localizzate in Libia, Dalmazia, e nelle isole del Dodecaneso.