Velleo Tutore (in latino: Vellaeus Tutor; 19 circa – 54?) è stato un magistrato e senatore romano, console dell'Impero romano.
Biografia
Appartenente alla plebea[1] gens Vellaea originaria della città apula di Canusium[2], Tutore era probabilmente figlio del console suffetto del 26 Gaio Velleo Tutore o del fratello Publio Velleo[1][3], attestato come legato pretorio di Mesia nel 21[4].
L'unica attestazione di Tutore lo lega ad un importante provvedimento legale, il cosiddetto senatus consultum Vellaeanum (in realtà senatus consultum de obligationibus feminarum)[5][6], che innovava profondamente il diritto privato vietando alle donne di prestare garanzie a vantaggio di terzi, proteggendole così dai rischi derivanti dallo svolgimento di attività negoziali[7]. Il senatoconsulto fu promosso sotto Claudio da Tutore insieme al collega Marco Silano[5]: questo fu per lungo tempo identificato con il Marco Giunio Silano console ordinario del 46[8][9], ma, essendo le liste consolari per quell'anno complete[10], non è possibile aggiungervi Tutore[1]. Un altro Marco Giunio Silano, però, è stato rivelato come console suffetto[11] nel secondo semestre del 50 o, più probabilmente, del 54[1][3][12][13]: si è quindi proposto[1][13][14], e gran parte della critica ha accettato[3][15], che nel 54 Tutore sia stato il primo collega di Silano, con cui promosse il senatoconsulto, e che poi sia stato sostituito, nella consueta rotazione consolare oppure probabilmente per sopraggiunto decesso (evento che a posteriori sarebbe stato interpretato come presagio della morte di Claudio[16][17][18]), da Aulo Pompeo Paolino[19][20][21].
Note
- ^ a b c d e A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 583-585.
- ^ G. Camodeca, in Epigrafia e ordine senatorio, II, Roma 1982, pp. 101-163, in particolare 143.
- ^ a b c PIR2 V 352 (Wachtel-Heil).
- ^ Tacito, Annales, III, 39.
- ^ a b Digesto, XVI, 1, 2, 1 (Ulpiano).
- ^ Il giurista Paolo scrisse a riguardo un libro singolo: Digesto, XVI, 1, 23 pr.
- ^ V. da ultimo P. Buongiorno, Senatus consulta Claudianis temporibus facta, Napoli 2010, pp. 357-362; Claudio. Il principe inatteso, Palermo 2017, pp. 224-225.
- ^ Cfr. la bibliografia in P. Buongiorno, Senatus consulta Claudianis temporibus facta, Napoli 2010, pp. 357-362.
- ^ Una problematizzazione della datazione del provvedimento è già in H. Vogt, Studien zum Senatus Consultum Velleianum, Bonn 1952, p. 5; D. Medicus, Zur Geschichte des Senatus Consultum Velleianum, Köln 1957, p. 14; PIR2 I 834 (Petersen); R. Syme, Roman Papers, I, Oxford 1979, p. 322.
- ^ A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 419-420.
- ^ CIL XIV, 3471.
- ^ PIR2 I 834 (Petersen).
- ^ a b A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 518-520.
- ^ A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 546-548.
- ^ P. Buongiorno, Senatus consulta Claudianis temporibus facta, Napoli 2010, pp. 357-362; Claudio. Il principe inatteso, Palermo 2017, pp. 224-225.
- ^ Tacito, Annales, XIII, 64, 1.
- ^ Svetonio, Claudio, XLVI, 1.
- ^ Cassio Dione, Storia Romana, LX, 35, 1.
- ^ W. Eck, Miscellanea prosopographica, in Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik, 42 (1981), pp. 227-254.
- ^ G.L. Gregori, Nomina transcripticia e praedia subsignata: debiti, ipoteche e finanze locali a Trebula Suffenatium, in Il capitolo delle entrate nelle finanze municipali in Occidente ed in Oriente, Roma 1999, pp. 25-39.
- ^ E non da Aulo Ducenio Gemino, come si riteneva in precedenza: R. Syme, Roman Papers, I, Oxford 1979, p. 322; P.A. Gallivan, Some comments on the Fasti for the Reign of Nero, in Classical Quarterly, n.s. 24 (1974), pp. 290-311.
Bibliografia
- A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 583-585.
- PIR2 V 352 (Wachtel-Heil).
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