Uomo verde (folklore)L'uomo verde è un'entità ricorrente in varie credenze pagane anche raffigurata in molti edifici sacri e profani a scopi simbolici e non. Esso consiste nel volto di un uomo i cui baffi e capelli sono composti da foglie che fuoriescono anche dalla sua bocca. Il termine "uomo verde" fu coniato da Lady Raglan, che descrisse i Green Men (letteralmente, appunto, uomini verdi) nell'opera Church Architecture (1939).[1] StoriaL'uomo verde viene generalmente correlato a diverse antichissime entità pagane della natura e della fertilità come, ad esempio, il dio egizio Osiride,[2] l'uomo selvatico, il discendente di Tammuz, Dumuzi e Atti della mitologia babilonese,[3][4] e altri soggetti soprannaturali di cui appaiono documentazioni in Italia, Inghilterra, Giappone, Tibet, Nepal, Borneo, Malaysia e Bali.[5] Il più antico esemplare rinvenuto di un uomo dalla cui bocca fuoriesce della vegetazione è quello della chiesa di Saint Abre, in Saint-Hilaire-le-Grand (Francia), che risale al quarto secolo avanti Cristo.[6] L'uomo verde riscontrò particolare importanza fra i celti e i loro parenti italici (umbri) in quanto consiste nella commistione di due simboli ricorrenti nella simbologia celtica, ovvero la testa, simbolo di forza e vigore, e il vischio che, secondo quanto riporta anche Plinio il Vecchio, veniva tagliato dai druidi celtici con una falce d'oro durante il sesto giorno della luna nuova e veniva successivamente raccolto con dei panni bianchi. Dal momento che il vischio assumeva particolare importanza fra i celti, che lo utilizzavano per curare le malattie, esso divenne un simbolo di forza vitale.[7] Più tardi, gli uomini verdi divennero molto ricorrenti in diversi edifici sacri e profani risalenti soprattutto fra il Medioevo e la prima età moderna, come confermano diversi scorci, architravi e piedistalli di cattedrali gotiche e alto-gotiche tedesche, inglesi e francesi che raffigurano tali soggetti.[8] Durante il Rinascimento, si decise di usare, a fini decorativi e non più simbolici, immagini simili a quelle dell'uomo verde ove, a volte, il volto umano veniva rimpiazzato da quello di un animale. Tali figure si possono ritrovare in vari manoscritti, oggetti metallici, ex libris e vetrate.[8] Nel Regno Unito, durante il diciannovesimo secolo, la figura del green man tornò in auge come conferma la sua presenza in diversi edifici di stampo neogotico e in diversi progetti del movimento Arts and Crafts. La massoneria ha assurto l'uomo verde a simbolo delle forze elementari della vita e del ciclo di essa.[3] In Italia gli esempi più importanti sono riscontrabili in Sicilia dal periodo normanno, in particolare quello dei capitelli della Chiesa di Santa Maria Alemanna a Messina. Galleria d'immagini
Note
Bibliografia
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