Un passo avanti e due indietro
Un passo avanti e due indietro (in russo: Шаг вперёд, два шага назад) è una delle opere politiche di Lenin, un saggio pubblicato nel maggio 1904 nel quale egli difende la propria posizione al secondo congresso del Partito Operaio Socialdemocratico Russo, tenutosi a Bruxelles e Londra nell'estate del 1903. Lenin prende in esame le circostanze che avevano portato alla scissione tra Bolscevichi e Menscevichi all'interno del partito,[1] originatasi da differenti punti di vista tra lui e Julij Martov circa lo statuto del partito. DescrizioneIl libro è una sorta di resoconto degli eventi del secondo congresso del POSDR, con dettagliate presentazioni delle proposte dei delegati su varie questioni messe al voto, analisi approfondite delle fazioni di partito, delle correnti e delle coalizioni all'interno dello stesso. La valutazione di Lenin sulla direzione dell'opposizione, guidata da Martov e in seguito chiamata fazione "menscevica", è sempre categoricamente negativa, anche dispregiativa. L'opera si compone di oltre 200 pagine, e non ce n'è una in cui Lenin in qualche modo non li definisca "opportunisti", "teppisti", "intellettuali borghesi", "stagnanti", e così via. Il secondo Congresso (1903)Nel 1903 il secondo congresso del POSDR si tenne a Bruxelles (Belgio) e poi a Londra, come un tentativo di creare una forza unita. Dopo controlli senza precedenti effettuati dalle autorità belghe, la sede del congresso fu trasferita a Londra, alla Tottenham Court Road public house. Nella capitale inglese, tuttavia, il 17 novembre il partito si separò in due frazioni inconciliabili: i bolscevichi (большеви́к; da Bolshinstvo - "maggioranza" in russo), capeggiati da Lenin, e i menscevichi (меньшеви́к; dal russo Menshinstvo, "minoranza"), guidati da Julij Martov. Contraddittoriamente, i menscevichi erano in realtà la frazione maggioritaria, tuttavia i nomi menscevico e bolscevico facevano riferimento al voto tenutosi in quel congresso del 1903 per decidere il comitato di redazione del giornale di partito, Iskra (Scintilla), dove i bolscevichi ottennero la maggioranza sui menscevichi. Questi nomi furono usati durante il resto delle discussioni congressuali e continuarono a essere usati anche dopo la rottura, anche se la fazione di Lenin si rivelò meno consistente della menscevica e lo rimase fino alla rivoluzione russa.
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