Il nome specifico alba deriva dal latinoalbus, "bianco".
Il nome comune barbagianni deriva da barba, forma settentrionale per "zio", e Gianni, ipocoristico di Giovanni, quindi "zio Giovanni", un nome parentale dovuto alla credenza che questo uccello abbia una funzione tutelare.[3]
Descrizione
Sono pallidi, 33-39 cm di altezza con un'apertura alare di 80-95 cm e hanno lunghe zampe. Hanno un volo oscillante quando si avvicinano ai terreni di caccia. Questa particolare tecnica è unica nella sua specie: quello del barbagianni è infatti noto per essere il volo più silenzioso fra tutti gli uccelli conosciuti. L'animale è infatti rapace e principalmente carnivoro, e una tale capacità è fondamentale per poter sorprendere le prede, ignare del suo arrivo. Tutto ciò è possibile grazie alla sua particolare fisionomia. È dotato infatti di un'apertura alare molto elevata in proporzione al piccolo corpo, che permette al barbagianni di planare facilmente e col minimo sforzo.
Maschi e femmine si somigliano molto, ma, in generale, le femmine sono leggermente più grandi dei maschi e di colore più scuro. Il peso varia da circa 200 g per le sottospecie più piccole (come ad esempio nelle isole Galápagos) a più di 500 g come il barbagianni del Nord America, mentre i barbagianni europei pesano da 300 g (maschio) a 400 g (femmine).
Ci sono alcune sottospecie che si distinguono dai colori della parte inferiore del corpo. Per esempio, il Tyto alba alba dell'Europa occidentale è praticamente totalmente bianco sotto, mentre il Tyto alba guttata dell'Europa centrale è arancione. Tutte le sottospecie hanno parti superiori grigie e ocra. Il piumaggio è in genere molto luminoso.[4]
Distribuzione e habitat
I barbagianni sono diffusi in tutti i continenti tranne che in Antartide.
Sono uccelli tipici di zone d'aperta campagna e cacciano prevalentemente ai margini dei boschi.
Sono prevalentemente stanziali, notturni o crepuscolari.
Alimentazione
È un superpredatore. Si nutre di arvicole, rane e insetti e di animali dannosi per l'uomo come i ratti, i topi e le talpe.
Un barbagianni adulto mangia approssimativamente 3 topi al giorno. Durante il periodo dell'accoppiamento, il maschio offre alla femmina una preda per ottenere la sua disponibilità sessuale. Una coppia che alleva dai 3 ai 5 piccoli consumerà molti più roditori.
Voce
Hanno un grido acuto riconoscibile che dà fastidio alle orecchie se ci si trova vicino. Stridono inoltre come pentole a vapore. Se vengono catturati o costretti in un angolo, senza via di fuga, si mettono supini e sgambettano.
Rapporti con l'uomo
Il barbagianni è economicamente vantaggioso per l'uomo in quanto elimina altri animali dannosi come roditori e talpe. Per tale motivo i contadini spesso incoraggiano abitazioni per barbagianni fornendo loro siti per la nidificazione quali una scatola lignea per il nido o un tamburo grande montato lateralmente rispetto ad un fienile. Inoltre viene utilizzato spesso nella falconeria, infatti tra i rapaci notturni è tra quelli più utilizzati.
Riproduzione
I nidi, ricchi di borre, ossia di resti inutilizzabili dei suoi pasti, ospitano dalle 4 alle 6 uova di colore bianco la cui incubazione dura per 30-40 giorni.[5]
Sottospecie trasferite, ridenominate, non più in uso
Tyto alba affinis (Blyth, 1862); la sottospecie è stata unita a Tyto alba poensis (Fraser, 1843), a seguito di un lavoro di König & Weick del 2009[6].
Tyto alba furcata (Temminck, 1827); attualmente considerata come specie a sé stante (= Tyto furcata)[2].
Tyto alba lucayanaRiley, 1913; la sottospecie è stata unita a Tyto alba pratincola (Bonaparte, 1838), a seguito di un lavoro di König & Weick del 2009[6].
Tyto alba subandeanaL.Kelso, 1938; la sottospecie è stata unita a Tyto alba guatemalae (Ridgway, 1874), a seguito di un lavoro di Marti et al del 2005[6].
Il barbagianni nelle credenze popolari
Nonostante la citata funzione tutelare,[3] il barbagianni ha popolarmente, anche aspetti negativi. Una comune superstizione è che sentirne il canto è di pessimo auspicio; in Friuli e a Siracusa il canto del barbagianni si ritiene che annunci la morte di qualcuno.[7] Inoltre si crede che beva l'olio delle candele nelle chiese e in Sicilia che viva per mille anni.[8]
^abc(EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Tytonidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 28 febbraio 2018.
^ab Alberto Nocentini, L'etimologico, con la collaborazione di Alessandro Parenti, Milano, Le Monnier-Mondadori Education, 2010, p. 105, ISBN978-88-00-20781-2.
^(EN) Colin James Oliver Harrison e Peter Castell, Bird nests, eggs and nestlings of Britain and Europe: with North Africa and the Middle East, 2ª ed., London, Harper Collins, 2002, ISBN0-00-713039-2.
^ Alessandro Minelli, Il grande dizionario illustrato degli animali, Firenze, Primavera, 1992, p. 50, ISBN88-09-45244-5.