Tutta la vita in ventiquattr'ore
Tutta la vita in ventiquattr'ore è un film del 1943 diretto da Carlo Ludovico Bragaglia. TramaDurante la colluttazione con un amico a Giulio parte un colpo di rivoltella. Convinto di averlo ucciso fugge in treno e crede di essere pedinato da un commissario di polizia. Quando i suoi nervi cedono decide di costituirsi ma in realtà il commissario si stava recando in vacanza. Di fronte alla confessione si trova costretto ad accompagnarlo al vicino comando dei carabinieri e durante il tragitto i due si fermano in una casa dove c'è un bambino gravemente malato. Giulio scopre che è il frutto della sua relazione con una ragazza e il commissario si adopera con ogni mezzo per regolarizzare la loro unione, ma celebrato il matrimonio dovrà dar corso alla giustizia. DistribuzioneIl film venne distribuito nelle sale italiane dal 27 novembre 1943.[1] CriticaIl 5 marzo 1944, Mario Meneghini scrisse su L'Osservatore Romano: «Non diremo di trovarci dinanzi a un capolavoro, né che il carattere del protagonista sia nuovo di zecca, né che vi manchi qualche reminiscenza... tuttavia la narrazione scorre, ha del cuore, è impostata su un ritmo movimentato e ben sorretto, è ravvivata da una macchietta nuova e sorvegliata, è allietata da ottimi esterni, è conclusa con sentita umanità».[2] Note
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