Trattato di Città del CapoLa "convenzione di Città del Capo sulle garanzie internazionali su beni mobili strumentali" e il "protocollo della convenzione relativa alle garanzie internazionali su beni mobili per le questioni inerenti al materiale aeronautico", insieme solitamente indicati come trattato di Città del Capo, sono un trattato internazionale destinato a standardizzare operazioni aventi ad oggetto beni mobili, in particolare aeromobili e motori. Il trattato promosso dall'UNIDROIT che ne è depositario, crea gli standard internazionali per la registrazione delle proprietà, interessi di sicurezza (privilegi), locazioni e contratti condizionali di vendita e vari mezzi giuridici in caso di insolvenza per le convenzioni di finanziamento, tra cui il recupero e gli effetti delle leggi fallimentari di particolari stati. In pratica il trattato stabilisce che le società di leasing, nei casi di insolvenza delle compagnie aeree loro clienti, possono rientrare in possesso in tempi brevissimi dei propri costosi velivoli e/o motori, permettendo ai finanziatori stessi, in cambio di minori rischi di impresa, di praticare alle compagnie aeree condizioni più flessibili e meno onerose. Il protocollo del trattato si applica agli aeromobili che possono trasportare almeno otto persone e 2 750 chilogrammi di carico, ai motori di aerei con spinta superiore a 7 800 newton o potenza superiore a 410 kilowatt e agli elicotteri che trasportano 5 o più passeggeri. Il trattato è il risultato di una conferenza diplomatica promossa da UNIDROIT e svoltasi a Città del Capo, in Sudafrica, nel 2001. Alla conferenza hanno partecipato 68 paesi e 14 organizzazioni internazionali, tra cui l'ICAO e la IATA. 53 paesi hanno firmato la risoluzione che proponeva il trattato. La convenzione del trattato è entrata in vigore il 1º aprile 2004 ed è stata firmato da 28 paesi. Il protocollo, che vale in particolare per aeromobili e motori aeronautici, è entrato in vigore il 1º marzo 2006 ed è stato inizialmente ratificato da 8 paesi: Etiopia, Irlanda, Malaysia, Nigeria, Oman, Panama, Pakistan e Stati Uniti, ai quali se ne sono successivamente aggiunti altri:
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