Trachite euganea
La trachite euganea si estrae dalle colline che costituiscono il complesso dei Colli Euganei nella provincia di Padova, nei territori dei comuni di Vo' Cervarese Santa Croce e Galzignano Terme. L'area di mercato della trachite euganea è piuttosto interprovinciale e la realtà produttiva, in cui trovano spazio anche forme di lavorazione artistica, è organizzata in laboratori con matrice spesso familiare e che offrono lavoro in loco ad alcune decine di addetti. Aspetti geologiciNell'Oligocene inferiore (circa 35 milioni di anni fa), il magma trachitico in risalita si intruse lungo piani di stratificazione di rocce sedimentarie sollevando lo strato superiore, (che talvolta si fratturò provocando fuoriuscita di lava) e generando dei laccoliti, strutture geomorfologiche che costituiscono alcuni degli attuali Colli Euganei. Il raffreddamento di questa grande massa lavica, originatasi in condizioni subintrusive, è relativamente lento. Questa condizione di raffreddamento ha avuto due principali conseguenze: una cristallizzazione marcata della "pasta lavica" ed il formarsi di giunti di raffreddamento che hanno dato luogo alle famose "colonne trachitiche". La cava di Montemerlo, da cui si estrae la ben nota trachite, insiste in un apparato subvulcanico di tipo laccolitico intrusosi nelle marne eoceniche alla fine dell'Eocene superiore (33-34 Ma)[senza fonte]. VarietàSono presenti fondamentalmente due colorazioni: grigia e "gialla" (in realtà si tratta di un marrone con venature). Capita assai spesso di osservare, nello stesso blocco, un netto passaggio dal grigio al marrone-rossiccio che corrisponde alla linea di avanzamento dell'ossidazione dei minerali di ferro. Questo contrasto tra diverse morfologie fa sì che i Colli Euganei siano una regione unica nel suo genere, con rilevanza geologica e mercantile dell'area di affioramento delle "trachiti". La trachite ZovoniteEstratta dalle cave del paese di Zovon di Vo', fondamentalmente si trova in natura di due colori: la Calda variegata, detta "Gialla", di colore marrone nocciola con venature ramate (gli ossidi di ferro permeanti) e la Grigia antiacida a macchioline di colore grigio più chiare e più scure. La trachite di MontemerloLa trachite grigia classica di Montemerlo si estrae nel comune di Cervarese Santa Croce. Descrizione macroscopicaDal punto di vista macroscopico ha una colorazione grigio pallida, su cui risaltano minerali feldspatici più chiari e laminette scure lucenti di miche ed anfiboli.
Tutti questi inclusi offrono una buona resistenza alle azioni degradanti. Descrizione microscopicaLa trachite di Montemerlo presenta struttura glomeroporfirica in massa di fondo microcristallina, con la presenza di qualche raro granulo di quarzo.
In ordine decrescente si notano fenocristalli di anortoclasio, di plagioclasio, di biotite, di orneblenda bruna, raramente di pirosseno augitico e infine una granulazione diffusa di magnetite ed ilmenite. Estrazione e lavorazionePavimentazioni di Venezia di selici o masegni
I selici, masegni o salizzoni sono masselli di pietra trachite euganea, di forma rettangolare, con spessore medio di circa 8-15 cm, con larghezze, di 30-40 cm e con lunghezze a correre. Il piano inferiore è di solito a spacco di cava, con la cosiddetta culatta. I fenomeni di fessurazione caratterizzano il fronte di cava e si vengono così ad identificare grossi prismi a sezione quadrilatera, la cui naturale e debole pendenza viene sfruttata nella prima fase di coltivazione mediante ridotte volate di mine di rilevaggio: dopo attento esame della giacitura della roccia, allo scopo di produrre i minori danni ai blocchi, vengono eseguiti mediamente una decina di fori sub-orizzontali con una profondità di circa una decina di metri, solitamente alla base delle colonne di trachite, in cui si piazzano le cariche esplosive. Storia dell'attività estrattivalegge n. 1097 del 29-11-1971
La legge n. 1097 del 29-11-1971, per la tutela delle bellezze naturali ed ambientali dei Colli Euganei, ha imposto la immediata e definitiva cessazione di tutte le cave per la produzione di pietrame e pietrisco di ogni genere (il censimento del 1983 aveva rilevato 170 cave, di cui 18 attive, 6 di calcare e 12 di trachite) ed ha regolamentato più severamente la continuazione dell'attività di tutte le altre cave, tramite progetti finalizzati ad un recupero ambientale dei siti estrattivi, con limitate quantità di materiale da estrarre. In questo modo ora sono rimasti attivi esclusivamente quei pochi siti estrattivi fondamentali per la produzione di materiale lapideo di pregio, che si inserisce nelle importanti opere di restauro dei centri storici veneti, a partire da Venezia: attualmente in tutto il comprensorio collinare euganeo sono attive solo 6 cave nel bacino estrattivo di Zovon di Vo', e 2 cave nel bacino estrattivo di Montemerlo. Dal punto di vista produttivo va ricordato che, essendo i Colli Euganei le uniche formazioni rocciose di un vasto comprensorio territoriale, che si estende alle provincie di Padova, Venezia, Rovigo, Ferrara e Mantova, ad essi si è attinto, fin dall'epoca romana, per coprire il fabbisogno interno di materiali lapidei, oltre che per soddisfare la domanda esterna generata dalla qualità e dalle caratteristiche tecnologiche peculiari delle rocce locali. I reperti archeologici nelle zone termali di Abano Terme e Montegrotto Terme (Padova), e delle città romaniche del Veneto, evidenziano l'impiego della "trachite" sin dai primi insediamenti dei Paleoveneti nel primo millennio a.C. (periodo Atestino). Durante la Repubblica di Venezia fu usata soprattutto per i tipici lastricati di Venezia (v. Piazza San Marco, severo banco di prova per le sue qualità tecniche, tanto che ancora oggi è richiesta per le sue caratteristiche di particolare resistenza all'azione della salsedine) e delle città contermini. Ne fu inoltre fatto largo uso per i consolidamenti delle opere di difesa idraulica, data la comoda e utilissima rete fluviale; numerosi sono infatti i ricordi dei trasporti della roccia trachitica verso le zone marine con chiatte e burci dell'epoca, trainate da cavalli, per costruire le "difese della laguna". Celebri le dighe in soccorso ai lidi sabbiosi, periodicamente sommersi dall'acqua, spazzati dal vento e dalle mareggiate. A seguito dell'unificazione territoriale ottocentesca, i Colli Euganei persero la propria funzione millenaria di controllo della Pianura Padana circostante, e s'intensificò nel breve volgere di mezzo secolo un'intensa attività estrattiva della "trachite": unica attività produttiva capace d'impegnare la popolosa massa di contadini espulsa dalle campagne. Accadde praticamente all'indomani dell'annessione del Veneto all'Italia nel 1866. Note
Bibliografia
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