Furono programmati tre incontri tra la quarta settimana di giugno e la prima di luglio, due ufficiali ed uno senza l'assegnazione del cap internazionale, in ordine: il 26 giugno a Bucarest con la nazionale romena, il 30 giugno ad Osaka con il Giappone "A", la seconda selezione nazionale nipponica, ed il 4 luglio a Tokyo con la nazionale giapponese.
Il primo test ufficiale si tenne al vecchio Stadio Nazionale di Bucarest e fu una sconfitta azzurra, la prima contro la Romania dal 1994[7]: sotto per 5-22, fino a dieci minuti dalla fine, l'Italia ebbe una reazione, riuscendo a marcare tre mete, due delle quali trasformate, di Robertson, Canale e Griffen e ribaltò il punteggio 24-22. Tuttavia, un piazzato di Ionuț Tofan portò di nuovo avanti la Romania sul 24-25 finale[7].
Quattro giorni più tardi[8], allo stadio Nagai di Osaka[9][10], una sperimentale dell'Italia con Matteo Barbini capitano si impose 22-5 sul Giappone A grazie a 14 punti al piede di Wakarua, quattro piazzati e una trasformazione, e a una meta di Mauro Bergamasco[11][12].
Nel scondo test match contro i Sakura, che si tenne allo stadio Principe Chichibu di Tokyo[6], si distinse Martín Castrogiovanni che, insolitamente per un pilone, mise a segno tre mete e contribuì con 15 punti a una vittoria per 32-19 mai messa in discussione nel corso dell'incontro, dal momento che il Giappone marcò i suoi primi punti quando già l'Italia vinceva 15-0 e la reazione degli asiatici fu sono nel finale, con una meta di Onozawa a 4 minuti dalla fine[13].