Torre di Palme
Torre di Palme è una frazione del comune di Fermo, nella provincia omonima. Fu comune autonomo sino al 1877, quando era incluso nella provincia di Ascoli Piceno, cui continuò ad appartenere con il suo capoluogo, finché quest'ultimo non divenne a sua volta sede provinciale (2004). Sorge a 104 m s.l.m. a ridosso del mare Adriatico, e ha una popolazione di 670 abitanti. È un borgo medievale che conserva interamente l'antico incasato e, costituendo un punto elevato molto vicino al mare, gode di una notevole veduta panoramica sul litorale marino, in corrispondenza della vicina frazione di Marina Palmense e dell'Autostrada A14 che la costeggia. StoriaTorre di Palme ha origine remota nell'antica città picena di Palma, fondata nel VI secolo a.C. e ricaduta nell'orbita romana con la conquista della regione nel 268 a.C. Il capoluogo dell'Ager Palmensis fu centro di grande importanza strategica marittima, ma anche famoso in tutto l'impero per la produzione del vino. Fu anche a causa di tale rilievo portuale che i Romani istituirono la colonia fermana, onerandola del controllo del commercio nella zona. Nell'Alto Medioevo il Palmense continuò a soggiacere al controllo fermano ma, sfiancata da incursioni piratesche, Palma venne ridotta a un cumulo di rovine, e gli abitanti trovarono scampo sull'adiacente colle ov'era situata la torre d'avvistamento (Turris Palmae), al seguito dei monaci eremitani che per primi vi si stabilirono nei secoli XI e XII. Fu a Torre di Palme che il 28 novembre 1798 l'esercito francese respinse l'invasione del dipartimento del Tronto (Repubblica Romana) da parte dei più numerosi, ma mal organizzati soldati borbonici. Già comune autonomo, Torre di Palme fu aggregata al comune di Fermo nel 1877. Nel 2004, con il capoluogo, è entrata a far parte della provincia di Fermo, operativa a far data dalle elezioni amministrative del 2009. Monumenti e luoghi d'interesseChiesa di Sant'AgostinoL'edificio è interamente in laterizio e possiede due ingressi: uno lato ovest, quello principale e il secondario al lato sud. La facciata presenta una forma a capanna ed è caratterizzata da un portale a cuspide, ovvero con l'estremità appuntita che racchiude in sé archi concentrici e motivi geometrici. Al disopra del portale troviamo un rosone anch'esso decorato. L'ingresso al lato sud è caratterizzato da un secondo portale a doppia strombatura che favorisce l'ingresso della luce grazie allo stipite che è tagliato obliquamente. Ha degli archi a tutto sesto, ovvero un tipo di arco contraddistinto da una volta a semicerchio, è la tipologia di arco più semplice e risale all'epoca romana. L'interno è ad aula unica, coperta da capriate lignee. Polittico di Vittore CrivelliIl polittico si sviluppa su tre fasce parallele: la predella, il registro inferiore e il registro superiore.
Al centro, nel guscio, c'è Cristo risorto tra due angeli. Gesù indossa un sudario bianco simbolo della risurrezione, mentre dietro abbandonato a terra, un mantello rosso porpora, simbolo della passione. Poi, troviamo San Nicola da Tolentino, lo riconosciamo dal saio scuro tipico dei monaci agostiniani, infatti con una mano tiene la regola agostiniana e con l'altra il volto di cherubino con i raggi. L'ultima santa del registro superiore è Santa Caterina d'Alessandria, indossa una corona e abiti regali. Con una mano tiene la ruota dentata, strumento con cui fu torturata poiché un angelo spezzò in due la ruota ma fu successivamente decapitata, mentre con l'altra mano tiene la palma che è simbolo del martirio.
Al centro troviamo la Vergine e il Bambino. Il bambino tiene con la mano sinistra un fiore d'arancio, simbolo del matrimonio mentre dietro la Vergine, troviamo una corona di garofani anch'essi simbolo del matrimonio e passione. Accanto alla Madonna troviamo due frutti, una mela e una pera. La mela è attribuita al male ma siccome le Sacre scritture non specificano qual è il frutto del peccato, si pensa che possa essere la pera, simbolo di femminilità e del bene. Poi troviamo san Paolo che impugna la spada simbolo del suo martirio. Mentre l'ultimo è Sant'Agostino, sostiene il pastorale perché è stato vescovo di Ippona e con l'altra mano invece regge la chiesa.
Aree NaturaliIl vicino Bosco del Cugnòlo è un'Area Floristica Protetta, esempio di macchia mediterranea. Lo si può visitare con un sentiero ad anello di circa 2 km che lo attraversa integralmente. Vi si trova anche la Grotta degli Amanti, teatro della vicenda dei due giovani, Antonio e Laurina, che nel 1911 per non separarsi scelsero la morte nel vicino fosso di san Filippo. Museo ArcheologicoInaugurato il 15 aprile 2019[1], il Museo archeologico di Torre di Palme ospita alcuni tra i reperti piceni più importanti scavati in contrada Cugnolo tra il 2016 e il 2017[2]. Le tombe furono individuate alla base della collina, nel tratto di contrada Cugnolo fra la località Fonti di Palme e la costa. Una necropoli era invece ai piedi di un alto costone. La necropoli più grande si trovava sul fondovalle pianeggiante, delimitata e in parte coperta dalla strada provinciale e da terrazzamenti. Qui sono state scavate venti tombe del VI secolo a. C. e una sepoltura più antica, dell'età del Bronzo. Il museo è allestito nel palazzetto di Piazzale della Rocca, proprio all'ingresso pedonale del borgo[3]. Contrada
Torre di Palme è inoltre una delle dieci contrade della città marchigiana di Fermo. Fa parte delle 4 contrade foranee. La contrada rappresenta la gente di mare e infatti nelle rievocazioni storiche sfilano portando una barca. È la contrada logisticamente più lontana ma anche la più antica di Fermo[4]. Albo d'Oro
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