TontinaLa tontina è un contratto finanziario e di investimento proposto in Francia da Lorenzo de Tonti nel 1653. Alcuni sostengono che questo tipo di investimento era già in uso in Italia prima di de Tonti.[senza fonte] Il funzionamento è semplice: ognuno degli appartenenti alla tontina paga la quota d'ingresso, dopodiché il capitale raccolto viene investito e i partecipanti godono degli utili derivanti dagli investimenti fino alla loro morte, al momento della quale la quota di capitale viene ripartita fra i restanti. Quando tutti i partecipanti sono morti, il capitale può avere diverse destinazioni a seconda degli accordi presi. StoriaLorenzo de Tonti presentò al cardinale Mazarino la proposta di emissione di un prestito nazionale basato su questo meccanismo finanziario-assicurativo. Il contraente del prestito avrebbe corrisposto allo stato francese un capitale, e in cambio quest'ultimo gli avrebbe pagato una rendita vitalizia. I contraenti venivano divisi in "classi di età"; alla morte di uno di essi le sue quote di rendita ancora dovute sarebbero state suddivise fra i rimanenti, fino alla morte dell'ultimo appartenente alla classe di età, quando lo stato avrebbe cessato i pagamenti. La proposta, bocciata dal Parlamento francese, fu ripresa ed attuata nel 1689, ma riscosse tra i risparmiatori francesi un'accoglienza insignificante.[1] Le tontine sono diffuse soprattutto nei Paesi dove mancano istituti di credito ufficiali, in particolare in Africa. NormativaNell'Unione europea le tontine sono regolate dalla direttiva 2002/83/EC del Parlamento europeo[2]. In Italia sono vietate dall'art. 12, d. lgs. 7 settembre 2005, n. 209[3]. Nei media
Note
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