Il Rues, spesso anche citato come Tommaso Ruer, più raramente Ruez o Rerer, era originario del Tirolo, verosimilmente da Brunico come Lorenzo Rues (1638-1690) intagliatore che si fermò a Roma[1]. Avrebbe iniziato la sua attività a Venezia come intagliatore con Giovanni Hach, nella cui bottega trascorse otto anni dal 1650 circa. Si sposò nel 1666 ed il suo testimone di nozze fu lo scultore Melchior Barthel (1625-1672) di Dresda. Ebbe tre figli: Paolo, Elisabetta e Elena. La sua bottega era nella contrada di San Giovanni Grisostomo. La morte dell'artista è annotata nel registro della parrocchia dei Santi Apostoli.
Brompton Oratory, altare nel transetto destro, La Carità e la Fede, due Profeti e tre Angioletti, uno dei due Angeli sopra la nicchia centrale, San Domenico e Santa Caterina da Siena in due nicchie laterali, tutti provenienti dalla chiesa di San Domenico demolita nel 1867 a Brescia
Un grande Perseo, firmato T.O.R., è stato venduto da Sotheby's nel 1998 come opera di Rues[3]
Paola Rossi, Per un profilo di Tommaso Rues in: La scultura veneta del Seicento e del Settecento : nuovi studi / Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti. A cura di Giuseppe Pavanello. – Venezia, 2002. – (Studi di arte veneta ; 4). – ISBN 88-88143-19-X, p. 3-33
Andrea Bacchi, Tommaso Rues in La scultura a Venezia da Sansovino a Canova, Longanesi & C., Milano 2000, ISBN 88-304-1776-9. Pagina 780.