Tiorre
Tiorre è una minuscola frazione del comune di Langhirano, in provincia di Parma. La località dista 5,93 km dal capoluogo.[1] Geografia fisicaLa frazione, distinta nelle vicine località collinari di Case di Tiorre e Chiesa di Tiorre, sorge sui primi rilievi appenninici, nella valle del torrente Cinghio.[3] Origini del nomeLa località, nota in epoca medievale come Tuliore o Toliore, deriva il suo nome dal latino Tulliola, in riferimento alla gens Tullia, oppure da Locum Tutiorem, col significato di "luogo più sicuro" grazie alla collocazione geografica elevata.[3] StoriaLa prima testimonianza dell'esistenza di un centro abitato a Tiorre risale al 935, quando in una pergamena fu menzionato un certo Rambertus de Tuliore.[3] Il castello fu edificato nell'attuale località di Chiesa di Tiorre, probabilmente nella prima metà dell'XI secolo dalla famiglia di Attone de Comitatu Parmensi, appartenente a una famiglia di conti o di ricchi militari, proveniente da Parma o dalle sua immediate vicinanze.[4] Nel 1091 il maniero risultava invece appartenere a una certa Aslasia, figlia di Alberto, esattore delle gabelle di Parma.[5] In seguito il feudo passò sotto il diretto controllo del Comune di Parma, che nel 1258 destinò le colline di Tiorre a piantagione di ulivi.[6] Agli inizi del XIV secolo gli Scorza occuparono il castello; nel 1316 Cabrietto Scorza vi accolse l'alleato Giberto III da Correggio in seguito alla sua cacciata da Parma. L'anno seguente le truppe parmigiane assediarono l'edificio e costrinsero il proprietario alla resa; il feudo tornò sotto il controllo del Comune di Parma,[3] ma il borgo, le mura e il maniero furono completamente distrutti, a eccezione della torre del mastio.[6] Agli inizi del XV secolo i Rossi, in guerra coi Terzi, occuparono il feudo e vi edificarono una bastia,[6] che fu conquistata nel 1405 da Giacomo Terzi.[7] Nel 1409, in seguito all'uccisione di Ottobuono de' Terzi, la moglie e il fratello Giacomo si rifugiarono nel castello di Guardasone e inviarono un manipolo di guastatori a Tiorre allo scopo di distruggere la bastia per non farla cadere nelle mani dei Rossi; tuttavia, questi ultimi il giorno seguente, approfittando delle parziali distruzioni, la occuparono e la fortificarono.[8] Nel 1415 l'imperatore del Sacro Romano Impero Sigismondo di Lussemburgo investì ufficialmente del feudo Pier Maria I de' Rossi,[3] che ne ricevette conferma anche nel 1425 da parte del duca di Milano Filippo Maria Visconti.[9] Nel 1465 Pier Maria II de' Rossi destinò nel testamento Tiorre al figlio illegittimo Ottaviano, che tuttavia premorì al padre;[10] nel 1470 il duca Galeazzo Maria Sforza confermò al Conte l'investitura feudale su Tiorre.[3] Tuttavia, pochi anni dopo, durante la guerra dei Rossi, il maniero fu conquistato dalle truppe milanesi e nel 1482 Ludovico il Moro lo restituì al Comune di Parma.[3] Nei decenni successivi, San Michele Tiorre divenne sede di giurisdizione feudale, comprendente oltre a Tiorre anche i borghi di Barbiano, Paderno e San Michele de' Gatti. Verso la fine del XVI secolo i duchi Farnese assegnarono il feudo al conte Cosimo Masi;[3] nel 1600 gli succedette il figlio Giovan Battista, che a causa degli ingenti debiti paterni fu costretto nel 1604 a vendere i diritti a Gian Antonio e Lelio Sozzi.[11] In seguito all'abolizione napoleonica dei diritti feudali del 1805, l'anno seguente San Michele Tiorre fu aggregata al comune di Felino,[3] mentre Tiorre passò a quello di Langhirano.[12] Monumenti e luoghi d'interesseChiesa di Santa Maria AssuntaSemidistrutta dal terremoto del 15 luglio del 1971, l'antica chiesa fu completamente ricostruita in forme moderne tra il 1975 e il 1976; il luogo di culto, retto da due pareti in calcestruzzo armato a vista, è coperto da un tetto a falda unica in rame elettrolitico e illuminato dalla facciata in vetrocemento.[13] CastelloEdificato entro la prima metà dell'XI secolo forse dalla famiglia di Attone de Comitatu Parmensi, nel XII o XIII secolo passò sotto il controllo del Comune di Parma; occupato dagli Scorza agli inizi del XIV secolo, fu riconquistato e quasi interamente distrutto dai parmigiani nel 1316; riedificato dai Rossi nei primissimi anni del XV secolo, cadde in rovina nei decenni seguenti; restituito al Comune di Parma nel 1482, fu completamente abbandonato, fino alla sua scomparsa nei secoli successivi.[6] Note
Bibliografia
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