ThlaspiThlaspi L. 1753 è un genere di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Brassicacee (o Cruciferae)[1], dall'aspetto di piccole erbacee annuali o perenni dai caratteristici fiori a quattro petali disposti a croce. EtimologiaIl nome generico (Thlaspi), secondo Dioscoride Anazarbeo, deriva dal verbo greco thlaò ('io schiaccio', 'comprimo') e allude probabilmente alle forme discoidali appiattite del frutto, molto più evidente del fiore stesso[2]. DescrizioneLe piante di questo genere normalmente non superano i 50 cm di altezza (almeno per le specie europee). Sono glabre e glauche (raramente pubescenti). Le forme biologiche prevalenti sono terofite scapose (T scap) oppure emicriptofite scapose (H scap). RadiciNella maggioranza delle specie le radici sono del tipo a fittone. FustoIl fusto in genere è eretto, semplice o ramoso. In qualche specie il fusto è rossiccio. FogliePuò essere presente una rosetta basale di foglie. Mentre le foglie cauline sono disposte in modo alterno ed eretto (a volte sono quasi parallele al fusto); sono inoltre amplessicauli e in qualche caso sono anche sagittate e auricolate. In tutti i casi la lamina delle foglie è intera; eventualmente i bordi sono dentati. La forma può essere lanceolata oppure spatolata. InfiorescenzaL'infiorescenza, priva di brattee ma anche di foglie normali, è un racemo ombrelliforme con piccoli fiori bianchi o rosei. In questa infiorescenza non esiste un fiore apicale. I fiori sono dotati di peduncoli eretti o patenti. Durante la fruttificazione l'infiorescenza si allunga. I fiori sono ermafroditi, attinomorfi (in realtà sono fiori dissimmetrici – a due piani di simmetria) e tetrameri (calice e corolla composti da 4 parti).
FruttiIl frutto consiste in una siliquetta deiscente non articolata (suddivisa in segmenti) peduncolata e generalmente glabra. La siliquetta può essere più o meno alata. Rispetto al fusto è in posizione patente e sporge in fuori (a volte le siliquette sono orientate tangenzialmente al fusto). La forma è discoide appiattita (generalmente obcordata o oblunga o obcuneata), divisa in due porzioni o logge (derivate da due carpelli iniziali) con carenatura centrale e incavata alla sommità. L'apertura avviene tramite due valve lasciando visibile al centro il ”replum” con i rispettivi semi. I semi (non alati ma rugosi) sono fissati lateralmente e sono da 2 a 16 per ogni loggia (il numero varia secondo la specie); non hanno endosperma e l'embrione contenuto è oleifero con due cotiledoni (= tegumenti - tessuti protettivi). Distribuzione e habitatLe specie di questo genere sono diffuse soprattutto in Eurasia; alcune specie sono state introdotte e si sono naturalizzate inAmerica (Canada, Stati Uniti, Guatemala, Honduras, Colombia, Bolivia, Brasile, Argentina, Cile), in Africa del Nord (Marocco e Algeria) e Sudafrica, e in Australia (Nuovo Galles del Sud, Victoria)[1]. Prediligono i luoghi erbosi, parzialmente coltivati (pascoli), oppure i luoghi sassosi e rupestri a substrato calcareo; le quote che frequentano possono arrivare fino (e oltre) a 2000 m s.l.m.. TassonomiaIl genere comprende le seguenti specie[1]
Specie spontanee della flora italianaIn Italia è presente una sola specie:[4].
Binomi obsoletiMolte altre specie in passato attribuite al genere Thlaspi sono attualmente collocate in altri generi:
Note
Bibliografia
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