TarascaLa Tarasca[1] (in francese Tarasque) è un mostro che, secondo la leggenda, avrebbe devastato la Provenza, una regione francese. Il 25 novembre 2005, l'UNESCO ha inserito la Tarasca nella lista dei Patrimoni orali e immateriali dell'umanità[2][3]. DescrizioneNell'iconografia popolare, la Tarasca ha sei zampe tozze e robuste e il corpo coperto da una solida corazza simile a quella di una tartaruga, con sopra una cresta e vari aculei ossei. La lunga coda squamosa si conclude con una protuberanza cornea a forma di punta di lancia, mentre la testa è quella di un leone[3]. La leggendaLa leggenda vuole che la Tarasca fosse originaria della Galazia, patria del mitico Onachus, un mostro capace di bruciare qualsiasi cosa entrasse in contatto con il suo corpo, e che proprio dall'unione tra l'Onachus e il Leviatano, fosse nata la Tarasca. Quest'ultima giunse in Provenza, nei pressi del villaggio di Nerluc, e situata la propria tana nel letto del fiume Rodano, imperversò nella regione uccidendone gli abitanti e devastando ogni cosa[4]. Nella legenda aurea, Marta di Betania, assieme a sua sorella Maria di Betania, raggiunse le coste provenzali nel 48, in seguito alle persecuzioni in patria. Più precisamente approdarono nella zona della Camargue, nel paese attualmente chiamato Saintes-Maries-de-la-Mer. Qui trovarono il mostro, che venne ammansito da Santa Marta grazie alla preghiera: ad ogni Ave Maria recitata la Tarasca si rimpiccioliva in dimensioni[5]. Quando divenne completamente innocua, Marta la condusse nella città di Nerluc, che poi (in onore della Tarasca) prese il nome di Tarascona; nell'emblema della città è presente l'immagine della creatura mostruosa. Qui però i cittadini uccisero la creatura. Ancora oggi l'uccisione della Tarasca è celebrata a Tarascona l'ultima domenica di giugno. La leggenda della Tarasca assomiglia molto alla storia de La bella e la bestia. La creatura è affascinata e indebolita da una donna ma alla fine viene ucciso dagli esseri umani. Il concetto è vagamente simile nei miti del Enkidu e dell'unicorno: entrambi vengono tranquillizzati dalla presenza di una donna[4]. La descrizione e la leggenda di tale creatura è simile ad altri mostri del Folclore francese come la Gargolla e la Vellosa[6]. Galleria d'immagini
AraldicaLa Tarasca figura come arma parlante nello stemma della città di Tarascona. Note
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