Supersaurus vivianae
Supersaurus (il cui nome significa "lucertola super") è un genere estinto di dinosauro sauropode diplodocide vissuto nel Giurassico superiore, circa 153 milioni di anni fa (Titoniano) in quella che oggi è la Formazione Morrison, in Colorado, e forse anche dalla Formazione Lourinhã, in Portogallo, con la possibile specie S. lourinhanensis.[1] I fossili di questo animale furono scoperti dalla paleontologa Vivian Jones a Delta, Colorado, nel 1972.[2] DescrizioneIl Supersaurus è uno dei più grandi dinosauri conosciuti, e al contrario di molti altri è conosciuto per resti fossili ben conservati, che dimostrerebbero che l'animale poteva essere lungo 33-34 metri fino ad oltre i 40 (108/112 - 131 piedi), per un peso di 35-40 tonnellate.[3] La possibile specie portoghese, S. lourinhanensis invece era più piccola raggiungendo una lunghezza approssimativa di 25 metri (82 piedi).[4] I primi campioni descritti di Supersaurus erano costituiti da singole ossa, che suggerivano la presenza di un grande diplodocide. Una grande vertebra cervicale, proveniente dalla stessa cava fu poi assegnata a Supersaurus, indicando che il collo dell'animale era eccezionalmente allungato. Questa vertebra misura 1.380 millimetri ed è la vertebra cervicale conosciuta più lunga del regno animale.[5] L'assegnazione al genere Supersaurus di campioni più completi, come l'esemplare WDC DMJ-021, suggerisce che l'animale era molto simile nella struttura e nell'anatomia al ben noto Apatosaurus. Tuttavia, rispetto a quest'ultimo il Supersaurus era meno robusto e possedeva particolari vertebre cervicali allungate, detenendo quindi uno dei più lunghi colli tra i sauropodi noti.[3] ClassificazioneLa maggior parte degli studi sulle relazioni filogenetiche dei diplodocidae ha diviso la famiglia in due sottogruppi principali: i Diplodocinae (contenente i diplodocidi più strettamente legati a Diplodocus che ad Apatosaurus) e gli Apatosaurinae (contenente i diplodocidae più strettamente legati ad Apatosaurus che a Diplodocus). Originariamente, si pensava che il Supersaurus fosse strettamente legato al diplodocide Barosaurus anch'esso dotato di un lungo collo, e quindi classificato come un membro della sottofamiglia dei Diplodocinae, tuttavia, con l'assegnazione del più completo esemplare WDC DMJ-021, successivi studi hanno provato che il Supersaurus fosse un parente stretto di Apatosaurus, facente quindi parte del gruppo degli Apatosaurinae.[3] Alcuni studi successivi hanno però messo in dubbio questo paradigma. Uno studio completo sulle relazioni tra i diplodocoidi, pubblicato da Whitlock nel 2011, ha provato che lo stesso Apatosaurus non potesse formare la base dell'albero genealogico di diplodocidae, e altri "apatosaurini", tra cui Supersaurus, sono stati considerati più strettamente imparentati con Diplodocus (rendendoli quindi diplodocinae).[6] Nel 2015, un nuovo studio a livello filogenetico sostenne che il diplodocidae Dinheirosaurus lourinhanensis dovesse essere raggruppato con Supersaurus. Lo studio ritiene che il Dinheirosaurus rappresenterebbe una nuova specie di Supersaurus, creando la specie Supersaurus lourinhanensis.[2]
Storia della scopertaI resti fossili originali di Supersaurus sono stati scoperti nel Dry Mesa Quarry, nel 1972. Questi resti erano molto poveri e si componevano principalmente di un cingolo scapolare, un ischio e una vertebra caudale. Sulla base di questi limitati resti fossili, il paleontologo James A. Jensen descritto il genere Supersaurus, designando la scapulocoracoide BYU 9025 (originariamente etichettata come BYU 5500) come l'olotipo del genere. Questo cingolo scapolare era lungo circa 2,4 metri (8 piedi), da un'estremità all'altra. Il campione era già stato descritto informalmente come "Supersaurus", già nel 1973,[7] ma non fu ufficialmente descritto e nominato fino a dieci anni dopo, nel 1985. Il paleontologo Jack McIntosh, specializzato in sauropodi, ritenne che l'esemplare BYU di Supersaurus potesse in realtà appartenere ad una grande specie di Barosaurus. Tuttavia alla fine constatò anche lui che il Supersaurus fosse un genere a sé stante valido.[8] Nel 1996, è stato ritrovato un nuovo esemplare, classificato come WDC DMJ-021 e soprannominato 'Jimbo', molto più completo ritrovato nella Contea di Converse, Wyoming, per poi essere assegnato a Supersaurus solo nel 2007. L'esemplare rappresenta circa il 30% dello scheletro completo dell'animale. Attualmente i fossili sono esposte presso il Wyoming Dinosaur Center. È stato anche fatto un confronto tra WDC DMJ-021 e altri campioni precedentemente assegnati a Supersaurus, al fine di contribuire a decidere quale materiale dal Dry Mesa Cava apparteneva al genere. Tra il materiale indicato vi è una serie di vertebre caudali e un'ulna che potrebbe appartenere a qualche altro diplodocide.[3] Il Supersaurus è presente nella zona stratigrafica 5 della Formazione Morrison, e risalente al Titoniano.[9] UltrasaurosJensen, già autore della descrizione dell'esemplare olotipo di Supersaurus, nello stesso periodo segnalò la scoperta di un altro sauropode gigantesco, che in seguito sarebbe stato chiamato "Ultrasaurus" macintoshi[10] (in seguito ribattezzato Ultrasauros macintoshi). L'olotipo (il campione utilizzato per definire una nuova specie) di Ultrasauros, era un osso dorsale (vertebra dorsale, etichettata BYU 9044), che pare provenisse da un esemplare di Supersaurus. Difatti in realtà, probabilmente, il fossile apparteneva ad un esemplare di Supersaurus, scoperto nella medesima cava, nel 1972. Pertanto, l'Ultrasauros è diventato un sinonimo junior di Supersaurus, che essendo stato nominato per primo mantiene quindi la priorità, mentre il nome Ultrasauros è stato abbandonato.[11] Altre ossa, ritrovate nella medesima cava e originariamente assegnate ad Ultrasauros, come un cingolo scapolare (scapulocoracoide BYU 9462), in realtà appartenevano al genere Brachiosaurus, probabilmente un grosso esemplare di Brachiosaurus altithorax.[11] Queste ossa indicherebbero un grande esemplare, sebbene rientri nelle dimensioni massime, e un po' più grande del "Brachiosaurus" brancai (oggi Giraffatitan brancai) montato al Museum für Naturkunde, di Berlino. Gli esemplari più grandi di Brachiosaurus sono conosciuti dai Letti Tendaguru, in Tanzania, Africa orientale. Originariamente, queste ossa combinate di Supersaurus e Brachiosaurus si credeva rappresentassero un singolo dinosauro con una lunghezza stimata a circa 25-30 metri (da 80 a 100 piedi), 8 metri (25 piedi) di altezza al garrese, 15 metri (50 piedi) di altezza totale, per un peso di forse 70 tonnellate (75 tonnellate corte). Al momento, le stime di massa variava fino a 180 tonnellate,[12], che lo mise nella stessa categoria di peso con la balenottera azzurra e l'altrettanto problematico Bruhathkayosaurus matleyi. La denominazione del chimerico Ultrasauros ha una storia molto complicata. L' Ultrasaurus (con la finale "u") è stata la scelta originale, ed è stato ampiamente utilizzato dai media dopo la scoperta del 1979. Tuttavia, il nome di una nuova specie deve essere pubblicato con una descrizione per diventare ufficiale. Prima che Jim Jensen pubblicasse la sua scoperta nel 1985, un altro paleontologo, Kim Haang Mook, utilizzò il nome Ultrasaurus in una pubblicazione del 1983 per descrivere quello che credeva fosse un dinosauro gigante nella Corea del Sud. Sebbene in realtà il genere coreano fosse un dinosauro molto più piccolo di quello descritto da Jensen, Kim pensava che i fossili rappresentassero un animale simile e gigantesco, confondendo però un omero con un'ulna. Mentre la logica di denominazione non era corretta, l'Ultrasaurus del ritrovamento di Kim soddisfaceva i requisiti per la denominazione e divenne un genere legittimo e a sé stante, anche se dubbio. Così, a causa di ciò Jensen non poté pubblicare il suo "Ultrasaurus" fino al 1985, in quanto il nome di Kim manteneva la priorità ufficiale del nome, e Jensen fu costretto a scegliere un nuovo nome (in termini tecnici, la scelta originale era "preoccupato" dal sauropode di Kim). Nel 1991, su suo suggerimento, George Olshevsky cambiò una lettera del nome, e rinominando il dinosauro di Jensen, Ultrasauros, con la "o" finale. Quando si è scoperto che il nuovo nome rappresentava due specie distinte, e già note, il nome Ultrasauros è diventato un sinonimo junior di Supersaurus. Dal momento che le ossa del Brachiosaurus sono state utilizzate solo come riferimento secondario per la nuova specie, Ultrasauros non è un sinonimo junior per Brachiosaurus. Dal momento che Supersaurus è stato nominato per primo, il nome Ultrasauros è stato scartato a favore di Supersaurus. Sinonimi supplementariUn altro dinosauro diplodocidae ritrovato nei pressi dell'originaria cava di Supersaurus, anch'esso conosciuto da una vertebra dorsale (olotipo BYU 5750), è stato nominato Dystylosaurus edwini, ed è ora considerato come un esemplare di Supersaurus vivianae. Quindi, Dystylosaurus è diventato anche un sinonimo junior di Supersaurus.[13] PaleoecologiaTutti i resti fossili di Supersaurus, sono stati recuperati nella famosa Formazione Morrison, una formazione geologica che comprende una breve sequenza di superficie marina e una di sedimenti alluvionali che, secondo la datazione radiometrica, è compresa tra 156,3 e i 146,8 milioni di anni fa,[14][15] il che la colloca dal tardo Oxfordiano, il Kimmeridgiano e all'inizio del Titoniano, durante il periodo Giurassico. L'habitat di questa formazione doveva avere un clima semi-arido con una stagione secca e una umida. Il Bacino Morrison, la zona dove vivevano i dinosauri, si estendeva dal New Mexico all'Alberta e all'Saskatchewan, e si è formata quando i precursori della Front Range delle Montagne Rocciose iniziavano a spingere l'una verso l'altra ad ovest. I depositi dei fiumi che scorrevano lungo queste montagne in formazione hanno creato dei bacini di drenaggio, che hanno poi dato origine a vari torrenti, fiumi, laghi, canali fluviali, pianure paludose e pianure alluvionali.[16] Questa formazione è simile in età e per fauna alla Formazione Lourinha in Portogallo, da cui proverrebbe la presunta specie S. lourinhanensis.[17] La Formazione Morrison era un ambiente densamente popolato da diverse specie di animali, e gran parte della fauna erbivora era composta da sauropodi, come il Supersaurus.[18] L'habitat del Brontosaurus era abitato anche da feroci predatori come i teropodi Ceratosaurus, Ornitholestes, Torvosaurus, Saurophaganax e il famoso e comune Allosaurus. La fauna erbivora comprendeva anche i giganteschi sauropodi Apatosaurus, Brontosaurus, Brachiosaurus, Camarasaurus e Diplodocus, e gli ornitischi Camptosaurus, Dryosaurus e Stegosaurus.[19] L’Allosaurus era il predatore all'apice della formazione, rappresentando da solo il 70-75% dei resti di teropodi scoperti.[20] Altri vertebrati che abitavano questi luoghi, erano un gran varietà di pesci spinati, rane, salamandre, tartarughe, rhynchocephalia, lucertole, crocodylomorphi terrestri e acquatici e diverse specie di pterosauri. Nei fiumi erano presenti una gran varietà di conchiglie bivalve e lumache d'acqua. La flora di quell'habitat era composta prevalentemente da alghe verdi, funghi, muschi, equisetum, cycadi, ginkgo e le diverse famiglie di conifere. L'ambiente variava in base alla disponibilità di acqua: lungo i fiumi si addensavano grandi foreste con pavimenti di felci arboree e felci, mentre nell'entroterra dominavano le savane con radi alberi di Araucaria e le conifere Brachyphyllum.[21] Le formazioni del Giurassico del Portogallo, dove è stata ritrovata la specie S. lourinhanensis hanno una fauna molto simile alla Formazione Morrison, ma hanno una forte influenza marina. Molti dei dinosauri della Formazione Morrison sono gli stessi generi visti nelle rocce portoghesi (soprattutto Allosaurus, Ceratosaurus, Torvosaurus e Stegosaurus), oppure son delle controparti europee dei generi americani, come il Lusotitan, il Draconyx e il Miragaia.[22] Note
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