Del gruppo delle stele di Novilara fanno parte altre stele provenienti dal mercato antiquario, e aventi caratteristiche analoghe.
Le due stele si distinguono perché una di esse è caratterizzata da una ricca figurazione incisa, mentre l'altra contiene un testo iscritto in un alfabeto chiamato convenzionalmente "nord piceno o di Novilara". Vennero scoperte nella seconda metà del XIX secolo.
La stele presenta delle incisioni che raffigurano decorazioni geometriche e scene figurate di guerrieri e battaglie navali, nonché iscrizioni della lingua detta convenzionalmente "lingua picena settentrionale". È esposta al Museo archeologico oliveriano di Pesaro.
La stele figurata di Novilara è frammentaria e più antica (VII secolo a.C.) delle altre. Nel frammento rimasto, è raffigurata una nave a vela spiegata, con rematori in azione e, nella parte inferiore, uno scontro navale tra due imbarcazioni più piccole. La poppa e la prua di tutte le imbarcazioni presentano elementi a forma di serpente[1].
Le circostanze di rinvenimento della stele sono ignote; secondo l'archeologo Edoardo Brizio, proverrebbe da San Nicola in Valmanente di Pesaro[2].
Il significato dell'iscrizione ha sempre suscitato accesi dibattiti e le interpretazioni più disparate, mentre sin dall'epoca del ritrovamento è nota la traslitterazione delle dodici righe, dal momento che si tratta di alfabeto del tipo greco antico-etrusco-italico, scritto da destra verso sinistra, in uso in Italia nel VI-V sec. a.C.[2]