Passeur è considerato dai critici teatrali uno dei più significativi autori per il teatro nel periodo tra le due guerre.[1]
Prendendo come esempio le opere di August Strindberg, rendendole gradevoli ad un pubblico del boulevard, le sue opere si caratterizzarono per i conflitti di coppia, nei quali l'amore e l'odio convivono nella vita quotidiana del rapporto, sulla sfondo di un pessimismo onnipresente e talvolta cinico.[1]
Tra le sue commedie più significative si possono menzionare: La maison ouverte (1923); Un bout de fil coupé en deux (1925); À quoi penses-tu? (1928); Suzanne (1928);[2]L'acheteuse (1930); Je vivrai un grand amour (1935).
Nel corso della sua carriera svolse anche l'attività di critico cinematografico oltre a sceneggiare un buon numero di pellicole, soprattutto assieme ad Abel Gance.[1]