Lo speculum o specolo è un dispositivo medico utilizzato per mantenere aperto un orifizio (per esempio le narici, la vagina, l'ano, ma anche l'occhio) in modo da permettere l'effettuazione di analisi o interventi medici.[1]
È prevalentemente utilizzato in ginecologia, come strumento principale nelle visite di routine.[1] È in genere prodotto in plastica trasparente e/o metallo.[1]
Dopo questo periodo, tuttavia, lo strumento cadde in disuso, fino alla prima metà del 1800,[4] quando il chirurgo francese Joseph Récamier lo reintrodusse per la medicina generale e la ginecologia, dando un nuovo impulso alla sua diffusione.[4] In particolare, oltre alla funzione di dilatatore, il dispositivo di Récamier utilizzava un tubo di stagno (o altro metallo) levigato a specchio, per osservare con maggiore precisione le pareti interne vaginali.[3] La scoperta dell'antico speculum tra le rovine romane di Pompei avvenuta nel 1818, diede ulteriore impulso alla diffusione del dispositivo nella comunità medica internazionale.[3]
Da allora è d'utilizzo comune nella medicina moderna, rimasto in buona parte immutato rispetto all'invenzione romana.[2][1]
Caratteristiche
Con il nome di speculum si definisce una serie di strumenti utilizzati per l'osservazione all'interno di orifizi o cavità dell'organismo,[1] umano o animale.
Lo speculum ha generalmente una forma conica, e dispone di due o tre valve per la dilatazione. Le dimensioni e la forma possono variare in base alla destinazione d'uso dello strumento (in ambito ginecologico, otorinolaringoiatrico, oculistico, ecc.).[1]
Esistono due tipologie principali, lo speculum di Cusco e lo speculum di Collin.[1] Il primo dispone di due valve simmetriche. Il secondo ha invece due valve poste da un singolo lato. Quello di Cusco è di uso prevalente, ed essendo prodotto in diverse misure e materiali (plastica o metallo), trova applicazione sia per visite con minima dilatazione, come in caso di imene intatto, sia per dilatazioni ampie, come in donne con più parti. Lo speculum di Collin è invece di utilizzo prevalente nel caso di interventi terapeutici in cui si necessita maggiore libertà di movimento.[1]
^abcdeBenedetto Vulpes, Illustrazione di tutti gli strumenti chirurgici scavati in Ercolano e in Pompei e che ora conservansi nel R. Museo Borbonico di Napoli, Stamperia Reale, 1847
^abcdWilliam R. Whitehead, Ancient Specula, New York Medical Journal. Ripubblicato in: The Richmond and Louisville Medical Journal Volume 6, E.S. Gaillard, 1868
^Alphonse Velpeau, Trattato completo di ostetricia, Co' tipi e a spese del Gondoliere, 1837. P 16