diritta, affilata su ambo i lati, spesso decorata da simboli di giustizia o scene di esecuzioni, con tre fori per lo sgocciolamento del sangue alla sommità
In Europa, la spada da esecuzione, sviluppata dal modello della spada a due mani del Tardo Medioevo, ha lama diritta, priva di punta. In Asia e in Africa, invece, l'arma ha solitamente lama ricurva, dal profilo spesso particolarmente movimentato. Nelle culture del continente africano, la spada da esecuzione è quasi sempre simbolo di potere del sovrano.
Tipologia
In Europa, la spada da esecuzione si diffuse durante il Rinascimento, prendendo a modello la massiccia spada a due mani delle forze di fanteria: lo Zweihänder. Rispetto all'archetipo dello spadone, la spada destinata al boia aveva lama della medesima larghezza ma sensibilmente più corta e completamente priva di punta. Decorata con incisioni raffiguranti scene di tortura, patiboli o simboli religiosi (molto diffusa la Crocifissione di Gesù), presentava presso il vertice tre fori detti "gocciolatoi del sangue" (gouttières à sang in lingua francese). L'impugnatura dell'arma era a due mani, con pomolo pronunciato per garantire una presa solida, e i bracci della crociera sono diritti, non molto pronunciati.
Nell'Africa Centrale (fond. bacino del fiume Congo), la spada da esecuzione era un pesante falcione con lama simile a quella del khopesh dell'Antico Egitto, difficilmente più lungo di 80 cm. L'arma aveva un fortissimo significato simbolico nella cultura tribale locale ed era attributo precipuo del sovrano[1]. (v. Ngulu);
Nell'India dei Moghul la spada da esecuzione era un talwar (variante indiana della scimitarra) con lama molto più larga e massiccia, la Tegha. Il medesimo accorgimento si osserva anche nei reperti provenienti da altre compagini statali costituite dai turchi, come l'Impero ottomano;
In Cina, la spada da esecuzione era un dao (sorta di corta scimitarra) con lama corta e priva del caratteristico contro-taglio;
Decapitazione a mezzo spada di schiavi in Africa - The Congo and the founding of its free state di Henry Morton Stanley (1885)
Decapitazione a mezzo spada di un prigioniero di guerra australiano da parte della Marina giapponese (1943)
Note
^Fischer, Werner (1978) [e] Zirngibl, Manfred A., Afrikanische Waffen: Messer, Dolche, Schwerter, Beile, Wurfwaffen=African weapons: knives, daggers, swords, axes, throwing knives, Prinz-Verlag : This design was selected for cult and execution knives. A knife was created which symbolized the inexorableness on the judgment and execution. This execution knife became a symbol of power and, in a few variations became a ceremonial knife for tribal chieftains. At executions, the condemned man was tied to the ground with ropes and poles. His head was fastened with leather straps to a bent tree branch. In this way it was ensured that the man's neck would remain stretched. After the decapitation, the head would be automatically catapulted far away.
Bibliografia
Abbott, Philip [et al.] (2007), Armi : storia, tecnologia, evoluzione dalla preistoria a oggi, Milano, Mondadori, ISBN 978-88-370-5218-8.
Wendelin Boeheim (1890), Handbuch der Waffenkunde. Das Waffenwesen in seiner historischen Entwicklung vom Beginn des Mittelalters bis zum Ende des 18 Jahrhunders, Leipzig.
Burton, Richard (1884), The Book of the Sword, Londra, Chatto & Windus [1].
Demmin, Auguste (1877), An Illustrated History of Arms and Armour from the earliest period to the present time, Londra, George Bell & Sons.
Oakeshott, Ewart (1980), European weapons and armour : from the Renaissance to the industrial revolution, Lutterworth Press.
Stanley, Henry Morton (1885), The Congo and the founding of its free state: a story of work and explanation, Sampson, Low, Marston, Searle & Rivington.