Sonata per pianoforte n. 18 (Mozart)
La Sonata per pianoforte in re maggiore, K. 576 fu composta da Wolfgang Amadeus Mozart nel 1789. Dura circa quindici minuti ed è la sua ultima sonata per pianoforte. Si ritiene che essa sia stata scritta per la principessa Federica Luisa di Prussia. È a volte soprannominata "La caccia", a causa del suo tema iniziale, somigliante appunto a un segnale di caccia. DatazioneIn una lettera al suo amico Michael von Puchberg, datata 12 luglio 1789, Mozart affermava: «Nel frattempo sto scrivendo sei sonate facili per pianoforte per la principessa Friederike e sei quartetti per il re»[1]. Mentre l'identificazione di tali quartetti all'interno del corpus mozartiano è certa (si tratta dei cosiddetti Quartetti prussiani, di cui Mozart completò solo i tre quartetti K. 575, K. 589 e K. 590), l'identificazione delle «sonate facili» menzionate nella lettera è più controversa. Si ritiene generalmente che Mozart abbia in realtà scritto una sola sonata delle sei progettate, appunto la K. 576[2]. Tuttavia Wolfgang Plath e Wolfgang Rehm, curatori della moderna edizione critica delle opere di Mozart (la Neue Mozart-Ausgabe) hanno escluso che la K. 576 facesse parte del progettato gruppo di «sonate facili»[3]. In realtà la sua esecuzione è piuttosto impegnativa, trattandosi anzi di una delle sonate di Mozart più difficili da eseguire[4], a causa - fra l'altro - dei suoi passaggi contrappuntistici. Charles Rosen ha suggerito che Mozart possa aver considerato facili tali passaggi (in quanto a due sole parti, ciascuna per ogni mano), benché in pratica non lo siano. AnalisiSecondo le consuetudini dell'epoca, la sonata è in tre movimenti, nel tipico schema che vede un movimento lento incastonato fra due più veloci. I. AllegroÈ in forma-sonata, in tempo di sei ottavi. Inizia con un motto (che ha guadagnato alla sonata il suo soprannome) eseguito dalle due mani in unisono[5], cui fanno seguito alcuni trilli e un passaggio in mi minore. Questo materiale, variato, costituisce il primo tema. Il secondo soggetto, alla dominante, si basa su un materiale tematico ingegnosamente derivato da quello del primo tema[6]. Lo sviluppo inizia alla dominante, comprende molte tonalità anche distanti da quella principale ed è contrappuntisticamente denso. L'andamento armonico precorre già il romanticismo[5]. Il passaggio alla ripresa avviene mediante un emozionante passaggio cromatico, basato sulla cadenza finale dell'esposizione[7]. II. AdagioIl movimento centrale è alla tonalità dominante (La maggiore), comprende varie scale e fa ampio uso del contrappunto. Presenta un episodio centrale in Fa diesis minore, il cui ritmo e la cui struttura (benché non la melodia) vengono richiamati nella coda[7]. III. AllegrettoLa forma dell'ultimo movimento, di carattere giocoso, è un misto tra forma-sonata e rondò. Subito dopo il primo tema viene presentato il secondo, in terzine. Esso appare, invertito, contemporaneamente al tema principale, creando un ingegnoso esempio di contrappunto doppio[5]. Note
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