Solfara Gessolungo(SCN)
«Quannu l’autri carusi ammizzigghiati (IT)
«Quando gli altri ragazzi viziati La solfara Gessolungo o miniera Gessolungo è una miniera di zolfo sita in provincia di Caltanissetta nel bacino minerario della Valle dell'Imera. Di proprietà del barone Calafato Giuseppe ed eredi è stata una delle maggiori solfatare del comprensorio minerario di Caltanissetta; tra le più profonde con i suoi 300 metri.[1] La solfatara era già attiva nel 1839;[2] ed è stata chiusa nel 1986, dopo otto anni di inattività.[3] Dal 1919 fino alla sua morte (1954), uno dei principali azionisti della miniera fu il noto boss mafioso Calogero Vizzini[4][5]. IncidentiIl 12 novembre 1881 vi morirono 65 operai e vi furono 31 feriti a seguito di uno scoppio di grisù, innescato da una lampada ad olio[6], e del successivo incendio della solfara.[7] Tra le vittime in questa circostanza vi furono 19 carusi, di cui nove rimasti senza nome e il loro cimitero, detto Cimitero dei carusi, è ancor oggi visitabile nelle vicinanze della miniera di Gessolungo. Questa è stata una delle più gradi tragedie minerarie di tutto il comprensorio minerario del centro Sicilia.[8] Nel 1958 per un'esplosione da grisou vi furono 14 morti e 58 feriti.[3] La miniera è citata nella canzone La zolfara, scritta da Michele L. Straniero e Fausto Amodei, incisa nel 1958 da Pietro Buttarelli e l'anno successivo da Ornella Vanoni[9]. Note
Bibliografia
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