Società Italiana Transaerea
La Società Transaerea Italiana è stata un'importante azienda aeronautica, ed una delle prime fabbriche del settore in Italia. StoriaVisto il successo durante la guerra italo-turca, nell′impiego dell'aereo come mezzo aeronautico, da parte del Regio Esercito ed in previsione dell’acquisto di un consistente numero di velivoli da prodursi integralmente in Italia,[1] nell′aprile del 1912[2] l’industriale francese Louis Blériot si appoggio ad alcuni amici italiani, i fratelli Romolo e Cesare Manassero, l’ingegnere Alberto Triaca e l’avvocato Cesare Goria Gatti,[2] per fondare una nuova società di produzione aeronautica che assunse la denominazione sociale di Società Italiana Transaerea (S.I.T.).[3] La nuova società anonima fu costituita il 6 aprile 1912, con un capitale sociale di 350.000 lire e sede in corso Peschiera 251 a Torino, per produrre su licenza velivoli Blériot e Voisin, e successivamente, del nuovo Farman MF.7.[2] Blériot assunse la presidenza della società, mentre Cesare Manissero ne divenne vicepresidente, l’ingegnere Triaca[3] direttore tecnico, e Romolo Manissero direttore dell’attività sportiva.[4] Il giornalista e pioniere dell'aviazione Mario Cobianchi nel suo libro Pionieri dell'Aviazione in Italia riferisce che il primo aereo, un S.I.T.-Blériot XI, uscì dallo stabilimento sei mesi dopo e fu portato per la prima volta in volo dal collaudatore Perrier sul campo d’aviazione di Torino-Mirafiori il 19 ottobre 1912.[2] Nei primi sei mesi del 1913 lo stabilimento della S.I.T. produsse 44 velivoli Blériot con motore Gnôme et Rhône da 80 HP, 2 Blériot 50HP e 16 Farman MF.11 con motori da 70 HP.[5] Nel maggio del 1913 il pilota francese Edmond Perreyon, pilota della S.I.T., su velivolo Blériot 80 HP effettuò, non senza difficoltà, il raid Torino-Roma-Torino.[6] Nel 1914 la S.I.T. iniziò a produrre su licenza FIAT-SIA i velivoli Savoia-Pomilio SP.2, e poi il successivo modello Savoia-Pomilio SP.3. Nel settembre 1917 la ditta, a causa di gravi difficoltà economiche, fu definitivamente acquistata dall’Ansaldo,[7] e lo stabilimento, con la denominazione di cantiere n.3, iniziò la produzione dei primi modelli SVA, che uscirono dalla linea di montaggio nella primavera del 1918. Produzione
Note
Bibliografia
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