La sedanina presenta un gruppo di radici bianche brillanti, dolciastre, alquanto aromatiche, ciascuna di circa 15–20 cm di lunghezza. Queste vengono utilizzati come verdura allo stesso modo della scorzobianca, della scorzonera e della pastinaca.
Coltivazione
La sedanina è una pianta erbacea perenne[3] che raggiunge un'altezza compresa tra 30 e 150 cm.[4][5] La pianta forma un fascio di radici bianche e ispessite (spesse circa un dito)[5], che sembrano simili alle radici delle patate dolci o delle dalie[4], ma sono significativamente più sottili e raggiungono una lunghezza da 15 a 20 cm,[6] alcuni anche fino a 30 cm.[7] La radice mediana è quella più sviluppata.[8] Il colore delle radici va dal grigio al bianco, la polpa è bianca.[9] Si formano 10–15 radici individuali, cilindriche e leggermente affusolate[5][7] che hanno un nucleo fibroso alquanto lignificato.[10]
Le foglie sono imparipennate con 3-11 foglioline.[11] Le foglioline strette sono lunghe fino a 7 cm e hanno il bordo fogliare uniformemente seghettato.[5]
La pianta fiorisce in luglio e agosto[7] e ciò avviene per la prima volta nel secondo anno dopo la semina.[3] I fiori sono riuniti in infiorescenze terminali doppie a ombrella. I fiori piccoli e profumati sono a forma di stella e sono quintuplici, con petali bianchi lunghi circa 1 mm.[5]
I frutti marroni (acheni) con coste più chiare sono corti e ricordano quelli delle carote.[6].Il frutto ha un diametro da 2 a 2,5 mm e una lunghezza da 2 a 3,5 mm.[5][7]
Distribuzione e habitat
L'areale nativo della sedanina si estende nelle zone a clima temperato che vanno dall'Europa centro-orientale e sud-orientale alla Siberia sud-occidentale e all'Afghanistan settentrionale.[2]
Usi
La pianta viene utilizzata principalmente come ortaggio a radice. La radice viene bollita in acqua[12] o fritta. La polpa è farinosa e ha un sapore dolce e aromatico.[13] Le radici annuali hanno un sapore migliore.[14] Le foglie che spuntano in primavera sono molto aromatiche e possono essere utilizzate nelle insalate miste.[10]
^ab(EN) Sium sisarum, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 21 luglio 2024.
^abC. H. Kleemann, R. E. Clemen: Allgemeines Handbuch des Gartenbaues, Druck und Verlag von C. Flemming 1859, S. 102
^abVilmorin-Andrieux & Cie, Les Plantes Potagères, dritte Auflage 1904, S. 91
^abcdefAlbert Thellung: Umbelliferae. In Gustav Hegi: Illustrierte Flora von Mitteleuropa. 1. Auflage, unveränderter Textnachdruck Band V, Teil 2. Verlag Carl Hanser, München 1965. S. 1222–1224.
^ab(EN) James M. Stephens, Skirret?Sium sisarum L., su edis.ifas.ufl.edu, 6 novembre 2018. URL consultato il 12 gennaio 2025 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2020).
^abcdJ. Becker-Dillingen, Handbuch des gesamten Gemüsebaues, 5. Auflage, Verlag Paul Parey 1950, S. 701–705
^A. Ypey, Vervolg op de Afbeeldingen der artseny-gewassen met derzelver Nederduitsche en Latynsche beschryvingen. Druck J. C. Sepp und Sohn 1813, S. 70
^H. C. Thompson, Vegetable Crops, 4. Auflage, McGraw-Hill Book Company, 1949, S. 350
^O. Maly: Anleitung zur Bestimmung der Gattungen der in Deutschland wildwachsenden und allgemein kultivierten phanerogamischen Pflanzen, 2. vermehrte Auflage, Druck: W. Baumüller, Wien 1858, S. 53.
^Hüsnü Can Baser, Current Knowledge on the wild Food and Non-Food Plants of Turkey. In: V.H.Heywood, M.Skoula (Hrsg.), Identification of wild food and non-food plants of the Mediterranean region. Cahiers Options Méditerranéennes Band 23, 1997, 129–159 (Chania, Centre international de hautes études agronomiques méditerranéennes)
^L. Bussard: Culture Potagère et Culture Maraîchère, 2. Auflage, Verlag: Librairie J.-B. Baillière et Fils, 1909, S. 143–144
^ Georg Vogel, Handbuch des speziellen Gemüsebaues: 524 Tabellen, Ulmer, 1996, ISBN978-3-8001-5285-8.