Sinodo di GangraIl sinodo o concilio di Gangra fu un sinodo locale che si tenne nella città di Gangra, capitale e sede metropolitana della provincia romana della Paflagonia nella diocesi civile del Ponto. DatazioneResta a tutt'oggi incerta la data esatta della celebrazione di questo sinodo, e nemmeno le date estreme sono sicure. Secondo la Storia ecclesiastica di Sozomeno, il sinodo si celebrò prima di un concilio celebrato ad Antiochia nel 341; lo storico Socrate Scolastico invece colloca il sinodo di Gangra dopo un concilio svoltosi a Costantinopoli nel 360.[1] Lo storico tedesco Karl Josef von Hefele, nella sua opera sulla storia dei concili, preferisce la datazione di Sozomeno a quella di Socrate[2]; la data tradizionale del sinodo è quella del 340 circa. Studi recenti di T.D. Barnes[3] propongono una nuova cronologia: secondo Barnes, il concilio di Antiochia, di cui parla Sozomeno, non è quello del 341, ma quello celebrato nel 358, e il sinodo di Gangra andrebbe perciò collocato attorno al 355. Un altro storico, Avshalom Laniado, partendo da una versione siriaca degli atti del sinodo di Gangra, propone come datazione quella del 343[4]; questa è la data accettata dal redattore di un antico testo siriaco, il Synodicon orientale.[5] PartecipantiResta pure incerto il numero dei vescovi che presero parte al sinodo di Gangra. La lettera sinodale redatta al termine delle sessioni sinodali, riporta i nomi di tredici vescovi, ma senza la sede episcopale di appartenenza. I nomi sono: Eusebio, Eliano, Eugenio, Olimpio, Bitinio (o Bitinico), Gregorio, Fileto, Pappo, Eulalio, Ipazio, Proeresio, Basilio e Basso.[6] Secondo Hefele[7], quasi tutti questi sarebbero stati vescovi della diocesi civile del Ponto. Le traduzioni della lettera sinodale in alcuni casi riportano un numero diverso di partecipanti[8]; la traduzione latina ha aggiunto anche il nome di Osio di Cordova, che è tuttavia da escludere.[6] Secondo Hefele[9], se il sinodo si celebrò attorno al 340, alcuni dei nomi della lettera sinodale potrebbero essere identificati, come segue: Eusebio sarebbe il vescovo di Nicomedia, Gregorio di Nazianzo, Basilio di Ancira, Proeresio di Sinope, Fileto di Giuliopoli o di Crazia, Bitinio di Zela, Ipazio di Gangra, Eugenio di Eucarpia e Olimpio di Eno. Tre dei nomi presenti nella lettera sinodale, figurano anche tra i firmatari degli atti del concilio di Sardica, e cioè Proeresio di Sinope, Fileto di Giuliopoli (o di Crazia) e Bitinico di Zela; questo concilio è oggi datato tra l'autunno 343 e la primavera del 344.[4] DisposizioniIl sinodo, presieduto dal vescovo Eusebio, discusse e condannò le posizioni del vescovo Eustazio di Sebaste e della sua comunità di monaci, con pratiche vicine a quelle dei montanisti e degli encratiti, promulgando venti canoni. Il sinodo condannò gli insegnamenti di Eustazio, il quale si sarebbe in seguito conformato ai venti canoni che furono promulgati a Gangra; per tale motivo è possibile ricostruire le pratiche e le dottrine del gruppo ispirato da Eustazio a partire dai canoni che li condannano. Il sinodo condannò coloro che:
Note
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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