Sindrome del nido vuotoSi definisce sindrome del nido vuoto quel particolare stato psicologico che colpisce i genitori nel momento in cui i propri figli (in genere perché si sposano o vanno a vivere da soli) lasciano la loro abitazione. La sindrome del nido vuoto può essere il punto di partenza dei più diversi disordini nevrotici e psicosomatici che spesso si esprimono nei sintomi cosiddetti fisiologici del climaterio. Così avviene la soppressione dei sentimenti di angoscia e di paura, trasformandoli in sintomi che a livello emotivo sono più facilmente accettabili e gestibili. Tutto ciò avviene tramite dei meccanismi di traslazione[1]. CausePer il padre e la madre si tratta di una situazione nella quale affrontare solitudine e abbandono in quanto, improvvisamente, si ritrovano in una casa (il nido appunto) vuota dove per molti anni erano invece abituati ad allevare la loro prole[2]. Le madri sono maggiormente colpite dalla sindrome del nido vuoto in quanto, spesso, le donne si trovano in questa situazione durante fasi di forte stress quali la menopausa o la cura dei genitori anziani[3]. Un ulteriore motivo che scatena la sindrome è il fallimento di un progetto di realizzazione personale attraverso i figli, in quanto i genitori non riescono a creare un prolungamento di sé stessi nei figli[4]. SintomiTipicamente si hanno stati depressivi associati a forti sentimenti di tristezza o di dolore[5]. Si entra poi in uno stato di angoscia, lo stesso associato in genere a situazioni di lutto[6]. Come il lutto, la "sindrome del nido vuoto" può essere considerata normale e fisiologica, ma si considera patologica qualora persista troppo a lungo, trasformandosi in depressione. Note
BibliografiaGilberto Gobbi, Coppia e famiglia - Crescere insieme, Milano, Edizioni Vita-Nuova, 1996.
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