Silvite
La silvite è un minerale, un cloruro di potassio, appartenente al gruppo dell'halite. Il nome deriva da Franciscus Sylvius[1][2] (15 marzo 1614 - 16 novembre 1672), naturalista e chimico olandese. Descritta per la prima volta da François Sulpice Beudant, geologo e mineralogista francese. Abito cristallinoGeneralmente cubi[3] e ottaedri. Origine e giacituraSi origina in depositi di sale marino[3], laghi salati e in emanazioni vulcaniche[3] spesso associata a kainite ed a kieserite[3]. La paragenesi è con carnallite e salgemma. Forma in cui si presenta in naturaSi presenta in cristalli[1][3], aggregati granulari[1][3] fibrosi[1] o terrosi e in incrostazioni[3]. Caratteri fisico-chimiciÈ igroscopica[3] e fonde alla fiamma di candela. Solubile in acqua, è piuttosto insolubile in etanolo. Poiché è molto simile nell'aspetto al salgemma, l'analisi chimica è uno dei mezzi migliori per distinguere le due specie. Un saggio oltremodo semplice e alla portata di tutti consiste nel verificare la presenza preponderante del potassio, mediante la tipica colorazione roseo[3]-violetta che i sali di questo elemento impartiscono alla fiamma di un becco di Bunsen o alla semplice fiamma del gas[3]. Ad un esame più sommario, si può notare che la silvite è più plastica del salgemma: se dei pezzetti molto piccoli vengono premuti tra due pezzetti di vetro, si osserva che il minerale tende a schiacciarsi come la cera, mentre il salgemma si riduce in polvere sempre più fine.
Località di ritrovamentoSi trova a Kaluš, in Ucraina; a Sol-Iletsk, nell'Oblast' di Orenburg, in Russia. In Italia è stata segnalata nelle fumarole del Vesuvio[3] e dell'Etna[3]; nella miniera di Bosco Stincone, a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta; e nella miniera Pasquasia, nel territorio comunale di Enna. UtilizziServe come fonte di sali di potassio per l'industria chimica ed anche, macinata, come fertilizzante. La Silvite viene anche chiamata "Silvinite". Note
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