Considerato fra i maggiori storici italiani di storia contemporanea[4], le sue opere si caratterizzano per il fatto di sottolineare lo stretto legame tra XIX e XX secolo[3].
Partendo dal ruolo avuto dal Veneto nel Risorgimento, reinterpretò radicalmente la storia italiana, allontanandosi dalla storiografia ufficiale e criticandola, sottolineando come il germe che portò al fascismo fosse già insito nel liberalismo italiano ottocentesco.[3][5]
Studioso laico[2] e di formazione marxista[6], politicamente fu vicino alla sinistra libertaria[3]. Fu iscritto alla CGIL e collaborò attivamente col suo istituto di ricerca IRES.[7]
In occasione del suo pensionamento, nell'ottobre del 2012, i suoi colleghi e allievi gli hanno voluto dedicare il volume Pensare la nazione.[8]
È morto il 23 giugno 2013, in seguito alle complicazioni di un'operazione legata al diabete, di cui soffriva da anni, aggravata da un infarto che lo aveva colpito nel gennaio dello stesso anno.[4]
Alla Biblioteca di Storia di Padova gli è stata dedicata una sala al terzo piano.
^ab Claudio Ruggieri, Addio a Lanaro storico libero e appassionato, su ilgiornaledivicenza.it, Il Giornale di Vicenza, 25-06-2013. URL consultato il 16 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2013).
^ Alessandro Macciò, Il Bo piange il prof. Lanaro, su uninews24.it, 24-06-2013. URL consultato il 16 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2013).