Lo sfintere, in anatomia, è un muscolo circolare (risultante dall'unione di due muscoli semiorbicolari, sulla linea mediana) che, disposto intorno a un passaggio naturale o ad un orifizio, si contrae per restringerlo o chiuderlo e che, al contrario, si rilassa quando richiesto dai normali processi fisiologici.[1]
Gli sfinteri sono efficaci nel controllo dell'ingresso e dell'uscita di liquidi e fluidi: questo risulta evidente, per esempio, negli sfiatatoi di numerosi mammiferi marini; essi sono quasi sempre contratti poiché si rilassano solo quando devono far passare le sostanze.
Molti sfinteri vengono utilizzati ogni giorno nel normale corso della digestione e della visione. Ad esempio, l'epiglottide viene utilizzata per sigillare la trachea durante la deglutizione, in modo da garantire che gli alimenti o i liquidi non entrino nei polmoni. La funzione dell'epiglottide è un tipico esempio di un'azione involontaria del corpo.
Classificazioni
Gli sfinteri possono essere ulteriormente classificati in sfinteri funzionali e anatomici:
Sfinteri anatomici: hanno un ispessimento muscolare localizzato e spesso circolare, per facilitare la loro azione.
Sfinteri funzionali: non hanno questo ispessimento muscolare localizzato e raggiungono la loro azione indirettamente, attraverso la contrazione dei muscoli intorno (estrinseco) o entro (intrinseco) la struttura.
Gli sfinteri possono anche essere controllati volontariamente o involontariamente:
Sfinteri volontari sono serviti dai nervi somatici.
Il cardias (sfintere esofageo inferiore), o sfintere cardiaco, in corrispondenza della porzione superiore dello stomaco. Questo sfintere impedisce che il contenuto acido dello stomaco si muova verso l'alto, nell'esofago.
Gli sfinteri precapillari microscopici che funzionano per controllare il flusso di sangue in ciascun capillare in risposta locale all'attività metabolica.[2]