Segalara
Segalara è una frazione del comune di Sala Baganza, in provincia di Parma. La località dista 3,94 km dal capoluogo.[1] Geografia fisicaSorge sulla sommità di uno dei primi colli dell'Appennino Parmense adiacente al Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega a circa 255 metri s.l.m., fra le vallate del Torrente Scodogna e del Fiume Taro. Oltre a dominare queste due vallate, Segalara controlla l'imbocco appenninico della Via Romea o Via Francigena, che da Parma sale verso la collina, arriva a Fornovo di Taro, poi a Berceto, quindi scavalca in Liguria attraverso il Passo della Cisa. StoriaAlcuni studiosi ritengono che il primo insediamento sul colle di Segalara risalga all'epoca romana: si sarebbe trattato di un nucleo estremamente semplice, a carattere essenzialmente agricolo, come attesta il nome stesso di “Segalara”, che sembra derivare da “segala”, il cereale coltivato spesso dai romani al posto del frumento o in congiunzione ad esso. Il primo uso militare dell'insediamento pare si abbia già in epoca bizantina (V-VIII sec.). Il primo documento scritto che sembra parlare del castello di Segalara è una pergamena, un atto di compravendita, oggi all'Archivio di Stato di Reggio Emilia, del 1034, dove si menziona un castro Taloniano, castello di Talignano, da identificarsi con ogni probabilità con Segalara[3]. Al luogo vari studiosi legano anche la figura di Gherardo Segarelli o meglio Segalelli (il cui cognome richiama il toponimo), iniziatore nel 1260 del movimento degli “Apostolici”, uno dei più importanti e interessanti movimenti ereticali del Medioevo[4]. Nei primi anni del secondo millennio la storia di Segalara s'intreccia con le vicissitudini che coinvolgono i numerosi ordini religiosi presenti a Parma. Nell'anno 1187 il Papa Gregorio VIII emana una bolla in favore del Monastero di San Paolo, con la quale ratifica la proprietà del colle di Segalara da parte dello stesso. Interessante e chiaro è l'atto notorio del 1290, attraverso il quale, in applicazione del testamento di Ugo Rossi, vengono istituiti quattro benefici ecclesiastici, fra cui l'oratorio di Segalara. La menzione di un Rossi fa supporre che questo luogo fosse già entrato a far parte dei feudi della famiglia Rossi di Parma[5]. Monumenti e luoghi d'interesseCastelloCon il dominio dei Rossi il castello, o castrum, di Segalara inizia ad acquistare nel territorio parmense una rilevanza crescente: questi, infatti, colgono più dei loro predecessori l'importanza strategica del colle di Segalara che, con i castelli di Roccalanzona e Felegara ad ovest, e di San Vitale Baganza e, in seguito, Torrechiara ad est, formerà l'asse difensivo della media valle del Taro. Nel 1635 la situazione economica dei Rossi è ormai disastrosa e la Camera Ducale confisca loro tutti i possedimenti cedendo la tenuta di Segalara, nel 1682, al Marchese Gian Antonio Canossa proveniente da Pontremoli, come ricompensa per i suoi incarichi di corte. La tenuta di Segalara resterà alla famiglia Canossa sino al 1800 per essere poi ceduta alla famiglia Franceschi e in seguito suddivisa fra altri proprietari[6]. Note
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