Il nome generico (Scorzoneroides) è composto dall'unione di due voci: quella del nome del generebotanicoScorzonera L. e la parola grecaeidos (= simile di aspetto); significa quindi simile alla Scorzonera. L'epiteto specifico (montana) fa riferimento alle aree di ritrovamento tipiche di questa specie.
Il binomio scientifico di questa pianta inizialmente era Leontodon montanus, proposto dal biologo, zoologo e botanico francese Jean-Baptiste de Lamarck (1744-1829), modificato successivamente in quello attualmente accettato Scorzoneroides montana proposto dal botanico ceco Josef Ludwig Holub (1930-1999) nella pubblicazione "Folia Geobotanica & Phytotaxonomica. Prague. 12(3): 307" del 1977.[3]
Radici. Le radici sono secondarie da rizoma e si presentano fittamente intricate.
Fusto.
Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in un robusto rizoma con andamento obliquo.
Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta, ascendente e robusta. Il fusto è breve e supera di poco le foglie. Nella parte alta è ispido. Lo scapo generalmente è monocefalo. L'altezza di queste piante varia da 8 a 15 cm.
Foglie. Le foglie hanno una lamina di tipo lanceolato-spatolata. La superficie è glabra oppure ispida per peli semplici pluriseriati. Il bordo della lamina è dentato (dentatura generalmente poco pronunciata). Dimensione delle foglie : larghezza 1 – 2 cm; lunghezza 5 – 20 cm.
Infiorescenza. Le infiorescenze sono composte da capolini eretti anche prima dell'antesi. I capolini sono formati da un involucro a forma da più o meno da cilindrica a campanulata e composto da brattee (o squame) disposte su parecchie serie all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tutti ligulati. Le squame sono fittamente irsute per peli semplici e grossi nerastri composti da più serie di cellule; le squame si dividono in esterne e in interne, quelle esterne hanno delle forme da lanceolate a strettamente triangolari, quelle interne sono da lineari a strettamente lanceolate. Il ricettacolo è nudo (ossia privo di pagliette a protezione della base dei fiori). Diametro del capolino: 2,5 - 3,5 cm. Dimensioni dell'involucro: larghezza 5 mm; lunghezza 10 mm.
Gineceo: lo stilo filiforme è giallo (anche dopo la disseccazione) e peloso sul lato inferiore; gli stigmi dello stilo sono due divergenti. La superficie stigmatica è posizionata internamente (vicino alla base).[17] L'ovario è inferouniloculare formato da 2 carpelli.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo piumoso. L'achenio è lungo 8 mm. Il pappo è bianco-niveo; le setole sono disposte su due serie (quelle esterne sono più brevi di quelle interne).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta..
Distribuzione: in Italia questa specie è presente al Nord (Alpi) e al Centro (Appennini); oltre confine, sempre nelle Alpi, è presente ovunque; si trova anche nei Pirenei e nelle Alpi Dinariche.
Habitat: l'habitat tipico sono le ghiaie, i pendii franosi ed in soliflussione. Il substrato preferito è calcareo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.[18]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fra 1.800 a 3.000 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: alpino e in parte quello subalpino.
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[19], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[20] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[21]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][9][10]
Il genere Scorzoneroides comprendente 22 specie, 5 delle quali sono presenti nella flora spontanea italiana.
Il basionimo per questa specie è: Leontodon montanus Lam..[12]
Filogenesi
Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Hypochaeridinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Hypochaeridinae fa parte del "quarto" clade della tribù; in questo clade è posizionata nel "core" del gruppo , vicina alle sottotribù Crepidinae e Chondrillinae.[10]
Il nucleo della sottotribù Hypochaeridinae è l'alleanza Hypochaeris-Leontodon/Picris e formano (insieme ad altri generi minori) un "gruppo fratello". Rispetto a precedenti raggruppamenti delle Hypochaeridinae, diversi generi sono stati esclusi dalla circoscrizione rivista sulla base di recenti analisi filogenetiche molecolari. Il gruppo attualmente si presenta monofiletico (a parte l'enigmatica Prenanthes purpurea attualmente descritta nelle Lactucinae).[11] Il genere di questa voce (Scorzoneroides), nell'ambito della sottotribù occupa una posizione intermedia ed è fratello" del "core" della sottotribù formato dai generi Leontodon, Picris e Helminthotheca.[22]
Dalle analisi risulta che il genere Scorzoneroides è suddiviso in due subcladi. Il "subclade 1" comprende specie perenni e annuali distribuite dall'Europa alla Siberia occidentale; il subclade 2 comprende esclusivamente specie perenni, tipicamente monocefale (gli steli fioriti non sono ramificati) con habitat situati principalmente nelle montagne temperate europee. La specie di questa voce appartiene al secondo gruppo distribuito dalla Alpi fino ai Carpazi.[11]
I caratteri distintivi per la specie di questa voce sono:[23]
le foglie sono alate;
gli scapi sono ingrossati sotto il capolino;
l'involucro è villoso per peli minori di 1 mm (bianco-grigiastri o neri);
Per questa specie sono descritte alcune sottospecie, tre delle quali sono presenti nella flora spontanea italiana. Non tutte le checklist presentano lo stesso elenco di sottospecie (vedi tabella):
Areale alpino: dal punto di vista fitosociologico alpino Scorzoneroides montana appartiene alla seguente comunità vegetale:[18]
Formazione: delle comunità delle fessure, delle rupi e dei ghiaioni
Classe: Thlaspietea rotundifolii
Ordine: Thlaspietalia rotundifolii
Alleanza: Thlaspion rotundifolii
Areale italiano: per l'areale completo italiano Scorzoneroides montana appartiene alla seguente comunità vegetale:[26]
Macrotipologia: vegetazione casmofitica, glareicola ed epifitica
Classe: Thlaspietea rotundifolii Br.-Bl., 1948
Ordine: Thlaspietalia rotundifolii Br.-Bl. in Br.-Bl. & Jenny, 1926
Alleanza: Thlaspion rotundifolii Jenn-Lips, 1930
Descrizione. L'alleanza Thlaspion rotundifolii è relativa alle comunità che si sviluppano sui conoidi di natura carbonatica dal piano subalpino a quello nivale delle Alpi.[27]
Descrizione. L'alleanza Linario-Festucion dimorphae è relativa alle comunità dei ghiaioni mobili, calcarei, diffuse dalle Alpi Apuane al Pollino. L’alleanza, caratterizzate dalla netta dominanza delle emicriptofite e con un buon contingente di camefite, è endemica nell’Appennino calcareo.[28]
Nome scientifico: Scorzoneroides montana subsp. breviscapa (DC.) Greuter, 2006.
Descrizione: gli scapi sono gracili, le foglie sono sottili e la pelosità sugli involucri è ridotta o quasi nulla e comunque è nera; i fiori sono colorati di giallo-zafferano.
^Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 33.2.1 ALL. THLASPION ROTUNDIFOLII JENNY-LIPS 1930. URL consultato il 6 aprile 2022.
^Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 33.7.1 ALL. LINARIO-FESTUCION DIMORPHAE AVENA & BRUNO 1975. URL consultato il 6 aprile 2022.
Bibliografia
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.