Allievo di Giorgio Pasolini a Ravenna, sua città natale, e di Pietro Maccaferri[1] a Bologna, Mingazzi si è orientato fin dall'inizio della sua attività verso moduli espressivi floreali, affiancando il gusto per lo stile Art Nouveau a una rigorosa osservazione della natura.[2]
I suoi lavori si distinguono «per un'abilità esecutiva che riesce a dare a un materiale particolarmente rigido una sorprendente eleganza e mobilità». Sono testimonianza di una scuola di gusto raffinato, che predilige la forgiatura a freddo alla fucina.[2]
Col tempo, oltre a dimostrare di poter «creare in proprio, senza bisogno di servirsi di disegni altrui, i progetti per le proprie opere», mostra una capacità imprenditoriale che lo porterà ad avere un'officina e un'attività solida, benché sempre con un numero ridotto di operai. Secondo Benedetta Basevi e Mirko Nottoli, l'incapacità ad espandere l'impresa è dovuta al livello qualitativamente sempre elevato della produzione.[3][2]
La sua mano si osserva in numerosi manufatti in ferro battuto presenti nel centro di Bologna quali orologi, insegne, lampade e ghirlande, e nel cimitero della Certosa, come nella Cappella Rizzi e nella Cella Cillario.[2]
Tra le sue opere migliori vi sono: la grande lampada votiva per la cappella della Pace in San Francesco e gli elementi decorativi per i villini dell'architetto Paolo Sironi costruiti tra via Saragozza e via Sant'Isaia tra il 1905 e il 1910.[2]
Inoltre il lampadario della profumeria Goselli in Palazzo Ronzani del 1915, i lampadari e gli arredi del café-chantant Eden Kursaal, la pensilina della pasticceria Rovinazzi (poi Zanarini) in via d'Azeglio.[2]
Nel 1914, in occasione della Decennale eucaristica della parrocchia di San Giovanni in Monte, Sante Mingazzi confeziona una elaborata insegna per la sua officina, aperta da alcuni anni in via Santo Stefano n. 28.[2]
Franco Solmi e Marco Dezzi Bardeschi (a cura di), Alfonso Rubbiani: i veri e i falsi storici, Bologna, febbraio-marzo 1981, Casalecchio di Reno, Grafis, 1981, p. 57
Erica Landucci, Passeggiata nel Liberty bolognese, Bologna, Paolo Emilio Persiani, 2020, pp. 95, 139-143
Il Liberty a Bologna e nell'Emilia Romagna. Architettura, arti applicate e grafica, pittura e scultura, retrospettiva di Roberto Franzoni, Adolfo De Carolis e Leonardo Bistolfi, prima indagine sull'art-déco, marzo-maggio 1977, Bologna, Grafis, 1977. pp. 103-104, 134
AA. VV., Liberty in EmiliaModena, Cassa di Risparmio di Modena, Artioli, 1988, pp. 34, 72
Fabia Farneti, Mingazzi Sante, su Storia e Memoria di Bologna, Istituzione Bologna Musei. URL consultato il 4 maggio 2021.
Sante Mingazzi, su PatER - portale del patrimonio culturale dell'Emilia Romagna, Assessorato alla cultura e paesaggio - Servizio patrimonio culturale. URL consultato il 4 maggio 2021.