San Carlo Borromeo e san Francesco d'Assisi in adorazione della Croce
San Carlo Borromeo e san Francesco d'Assisi in adorazione della Croce è un dipinto olio su tela realizzato da Sebastiano Cima nel 1635 e conservato sulla controfacciata della chiesa della Madonna del Bosco sui colli di Bergamo.[1] StoriaLa chiesa, molto piccola, era stata edificata nel 1615 per volontà degli abitanti le piccole contrade nella zona dei colli di Bergamo in prossimità del bosco detto dell'Allegrezza dal nome omonimo del rudere del maniero che è ubicato nelle vicinanze.[2] Le spese di mantenimento della chiesa erano principalmente sostenute dagli abitanti del luogo non è quindi possibile conoscere se il dipinto, che doveva essere stato commissionato dalla famiglia di Giacinto Benaglio, tanto vicina all'artista, fosse stato eseguito per il piccolo oratorio o fosse stata ordinato e trattenuto dai committenti, come patrimonio di famiglia e a scopo devozionale, per essere donato solo dopo, in occasione della ricostruzione nel 1761. L'ipotesi che la tela fosse stata donata alla chiesa solo dopo la sua ricostruzione del 1762 darebbe plausibile spiegazione alla modifica del margine superiore dalla sua conformazione originale. Nel 1979 l'opera fu sottoposta a un primo restauro e una seconda pulitura nel 2004. DescrizioneLa tela, che è considerata dai critici d'arte il lavoro migliore dell'artista bergamasco, è conservata sopra la bussola d'ingresso della controfacciata della chiesa mariana e riporta la data e la firma dell'artista e una breve citazione che invita gli osservatori a riflettere sulla fugacità del tempo: HOC OPVUS...F.HIACINTVS/BENALI...S COME/ANNO D.MINI.1635/SEBST...NUS.CIMA/F.c.1635.[4] Il lavoro è stato realizzato dal Cima, ed è una delle poche opere che l'artista eseguì libero dai condizionamenti delle opere di altri artisti, in modo apparentemente autonomo. Il lavoro appare infatti di nuova conformazione. L'ambiente scenico è spoglio, illuminato dalla grande apertura centinata posta centralmente, parrebbe inserita sull'altare maggiore di una chiesa che si collega attraverso il coro verso l'esterno dove l'unico arredo è la croce lignea priva del corpo di Cristo ma che riporta la scritta IN RI, una croce vittoriosa quindi, che fa pensare ma che racconta il Cristo risorto. La croce della vita come unica via per la resurrezione degli uomini. Sulla pietra dove è fissata la croce vi è la datazione e la firma del Cima nonché lo stemma della famiglia Benaglio: due galli rampanti crestati che si fronteggiano.[5] La croce è davanti a un'apertura centinata con un cielo grigio plumbeo che porta le luci e le ombre agli interni che si ripropongono sul pavimento interno e suglia biti del Borromeo. I quattro personaggi raffigurati nella tela sono posti su due ordini differenti e atti a compiere azioni diverse. Centrali nella parte superiore sono raffigurate due figure, una intenta alla lettura, e l'altra a osservare. Entrambe si appoggiano al parapetto forse di un chiostro. Il personaggio di sinistra è un religioso disegnato di spalle vestito con abito francescano con cappuccio che lo ricopre completamente e che è di una tinta più scura rispetto a quello posto sul lato destro, intento alla lettura poggia una mano sulla balaustra, forse appartenente a un ordine religioso differente.[7] Note
Bibliografia
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