Nel 1806 ottenne la cattedra di professore ordinario in fisica sperimentale all'Università di Padova, cattedra che mantenne fino alla sua morte.[1] Diventò più volte direttore della facoltà e nel 1828-1829 fu rettore.[1]
Della sua sfaccettata produzione scientifica, vanno ricordate le sue ricerche sull’ariete idraulico[2] (1810-1811), nonché l’invenzione nel 1809 di un apparecchio per la misura di tempi molto brevi – da lui battezzato “oligocronometro”[3] -, che perfezionò nel corso del tempo, utilizzandolo tra l’altro per misurare la velocità iniziale dei proiettili (1824-1831)[1]. La sua grande passione restò però sempre l’elettricità, e tra le varie ricerche che condusse in questo campo va ricordata la realizzazione nel 1831 di un motore elettrico, considerato uno dei primi al mondo[4]. Inoltre, in quegli anni si dedicò ai fenomeni transitori dovuti all'azione dei campi magnetici sulle spirali, alla luce della recente scoperta da parte di Michael Faraday dell'induzione elettromagnetica, scrivendo delle lettere in merito alle sue scoperte scientifiche, che saranno commentate dallo stesso Faraday, riportando tra i vari risultati scientifici anche la "costruzione di una nuova batteria elettro-motiva"[5]. Alcune di queste invenzioni sono conservate ed esposte presso il museo di storia della fisica presso il dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università di Padova.
^Salvatore DAL NEGRO, su accademiadellescienze.it. URL consultato il 13 agosto 2020.
Bibliografia
F. Marcon e S. Talas, Salvatore Dal Negro, in Piero Del Negro (a cura di), Clariores. Dizionario biografico dei docenti e degli studenti dell'Università di Padova, Padova, Padova University Press, 2015.