Una sala rim thanonSalawat nel Wat Rajbopit a BangkokUna sala tha namSala asai in un campo di riso dell'IsanUna lezione dei monaci in una sala kan parian a Pegu in Myanmar
Una sala [(TH) ศาลา], conosciuta anche come sala Thai, è un padiglione aperto sui lati, assimilabile al gazebo, dotato di panche o di un piano elevato dal terreno su cui sedersi o sdraiarsi, in uso in Thailandia, Laos e Cambogia. Tale struttura si trova anche in Myanmar, dove però prende il nome Zayat.
La parola deriva dal pali साला, che viene traslitterato sālā e significa casa, tettoia o sala.[1]
Viene utilizzata per proteggersi dal sole e dalla pioggia e se ne possono trovare frequentemente in questi paesi, ad esempio nelle spiagge e nei parchi cittadini. A seconda del luogo e della destinazione per la quale sono costruite possono assumere i seguenti nomi:
sala rim thanon, quando è situata ai bordi delle strade, ad esempio come pensilina di attesa alle fermate delle corriere
sala tha nam, quando è costruita in corrispondenza degli approdi delle barche.
sala asai, capanno aperto sui lati nelle aree rurali, dove di solito sono delle rudimentali strutture usate per pranzare e riposarsi nelle pause lavorative
Sono anche parte integrante dell'architettura dei wat, i complessi templari del buddismo Theravada, in tal caso possono prendere i seguenti nomi:
salawat, di dimensioni contenute e, di solito, dalle finiture eleganti, sono usate dai monaci anche per fare meditazione
sala kan parian, letteralmente: padiglione dove si impara la teologia buddista,[2] sono presenti in alcuni templi, hanno dimensioni piuttosto ampie, e sono i luoghi dove i monaci si riuniscono per apprendere gli insegnamenti religiosi
In Cambogia il termine sala viene spesso adottato anche per la parola scuola.
Il Pavilhão Sala Thai, nel Jardim Vasco da Gama di Lisbona.(EN) East-West Center, A Commemorative Book by the Thai Students at the East-West Center on the Occasion of the Presentation of the Asia Pacific Community Building Award and Dedication of the Royal Sala Thai, Honolulu, East-west Center, 2008.