Sagra di san Giovanni BattistaLa sagra di san Giovanni Battista è una festa campestre che si tiene ogni festa di San Giovanni nella città di Quartu Sant'Elena in provincia di Cagliari. DescrizioneLa festa viene organizzata dalla società di san Giovanni (in sardo s'obreria) che ogni anno, tramite un vecchio rito sa mesa ("il tavolo") rende pubblica a tutta la città la scelta de s'obreri ovvero del presidente della società che ha il compito di organizzare la festa nell'anno successivo. Se nel rito di sa mesa non viene eletto un presidente (o come si dice non beni fattu s'obreri), si proroga l'elezione del presidente al 24 giugno, data in cui si festeggia il Santo. Se neanche in questo caso viene eletto il presidente, anche l'anno seguente i festeggiamenti del Santo saranno affidati al presidente in carica. I festeggiamenti religiosi avvengono il 24 giugno, giorno in cui si ricorda la nascita del santo. La messa del 24 giugno viene celebrata nella chiesetta campestre di Sant'Andrea nell'omonima zona di Quartu. I festeggiamenti cittadini avvengono invece l'ultimo sabato di luglio. I festeggiamenti di san Giovanni a luglio sono molto antichi e risalgono addirittura ad un rito pagano dei fenici, in cui sette ragazze vergini venivano sacrificate.
L'obriere nel mese di marzo sceglie sette ragazze vergini (che verranno poi chiamate traccheras), per partecipare alla festa e divenire le vergini promesse a san Giovanni.
L'ultimo sabato di luglio l'obriere, vestito con il tradizionale costume matrimoniale Quartese, va con un calesse trainato da un cavallo a prendere le sette giovani nelle rispettive case. Dopo che l'obriere avrà preso tutte le tracchere si partirà con la tracca (un carro agricolo appositamente addobato a festa in modo da donargli la forma della prora di una barca) verso la chiesa campestre di Sant'Andrea (grandissimo amico e discepolo di san Giovanni) scortati da una lunga fila di calessi e carri, chiamati brechis, tutti trainati da cavalli. Chiude il corteo un camion che trasporta tutti i gatò, i regali fatti all'obriera e la bandiera di san Giovanni. A volte viene portato fino alla chiesa anche il cocchio trainato da buoi con all'interno il simulacro di san Giovanni. Il percorso fino alla chiesa è sempre lo stesso da oltre quattrocento anni; partendo dalla casa dell'obriere si raggiunge piazza 4 novembre e da qui il percorso, uguale ogni anno, prosegue per via Fiume e via Leonardo da Vinci fino a giungere alla chiesetta di Sant'Andrea dopo un percorso di circa 8 chilometri. L'arrivo della tracca è solitamente accolto da uno spettacolo pirotecnico. La mattina della domenica l'obriere nuovo (quello eletto nel rito de sa mesa) va nella chiesa scortato anch'esso da calessi e carri a richiedere all'obriere vecchio se ha ancora l'intenzione di accoglierlo e dargli la bandiera del Santo per permettergli di fare i festeggiamenti l'anno successivo. Viene poi fatta la processione, in cui si porta a spalla oltre alla statua di san Giovanni anche quella di sant'Andrea. La processione è aperta dalle tracchere, seguono le obriere, gli obrieri il sacerdote con i diaconi e infine i santi seguiti dai fedeli. Finita la processione si celebra la messa. Verso le due del pomeriggio comincia il pranzo a cui partecipano oltre al comitato e le tracchere con le rispettive famiglie, tutti gli invitati alla festa privata dell'obriere. Di pomeriggio si riparte verso la città facendo lo stesso percorso dell'andata. Arrivati in via Fiume vengono distribuiti dal camion alla fine del corteo i tradizionali Piricchitus de bentu. Il giorno dopo, lunedì, l'Obriere e Is Obreris de cumpangia (obrieri che hanno fatto precedentemente la festa con l'incarico di aiutare l'obriere nella buon riuscita della festa) portano dall'Obriere nuovo la bandiera del comitato. Il lunedì inoltre vengono tagliati due dei sette gatò portati dalle tacchere. Il martedì le obriere portano invece la bandiera di lutto dall'obriere nuovo. Il martedì invece vengono tagliati tre gatò e il mercoledì gli ultimi due. I Goccius de santu AnniI Goccius de santu Anni è una canzone-preghiera che viene dedicata al Santo. È in lingua sarda e viene cantata, oltre che dalle tracchere, da tutte le persone che seguono la tracca sui carretti. «Santu Anni miraculosu Non mi stancu de ti pregai Canzonis ti bollu cantai Poita ndi sesi meritosu Fai ch'in terra donnia sposu No si stanchi sa sposa de amai O Giuanni miraculosu No mi stancu de ti pregai No mi stancu de ti pregai Donni annu po sa festa tua Chini prusu ti pota frorisi Ca sesi su rei de tottu is pastorisi Custu deu non ti du cua Unu ciriu puru t'allua ca bollu graziasa a m'accanzai O Giuanni miraculosu No mi stancu de ti pregai No mi stancu de ti pregai S'angioni chi potasa in sa manu Donada segnu de cristiania Sesi su goppai de Maria Ca su fillu as fattu cristianu In quddu bell'arriu Giordanu D'iasta boffiu battiai O Giuanni miraculosu No mi stancu de ti pregai No mi stancu de ti pregai Fai puru ch'in donnia tallu Non ci ammanchi s'angioneddu de Deusu Ca cun tui fiducia teneusu Donasi saludi e traballu E de su pastori su gragallu No du lessisi sbuidai O Giuanni miraculosu No mi stancu de ti pregai No mi stancu de ti pregai Sesi a fiancu de Andria Issu puru bravu agricoltori Pregaisiddu a su Signori Chi salvi tottu sa pastoria Dognia bestia sia nutria Po no di fai su latti mancai O Giuanni miraculosu No mi stancu de ti pregai No mi stancu de ti pregai A ora de mulli e a ora de casu Faidì sempri presenti poita seu unu credenti finzasa is peisi ti basu e su casiddu arrasu arrasu faisuddu sbuidai O Giuanni miraculosu No mi stancu de ti pregai No mi stancu de ti pregai Dì e notti sesi in su sattu Fendi de guardiania Mancai deu non ti bia Gi ddu sciu ca sesi in attu Cun nisciunu sesi ingrattu Santu denniu de ammirai O Giuanni miraculosu No mi stancu de ti pregai No mi stancu de ti pregai» Obrieri della Sagra
Note
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