Roffredo CaetaniRoffredo Caetani, principe di Bassiano, ultimo duca di Sermoneta (Roma, 13 ottobre 1871 – Roma, 11 aprile 1961), è stato un compositore, collezionista d'arte e mecenate italiano. ![]() BiografiaApparteneva all'antica famiglia Caetani, figlio di Onorato Caetani, che in passato fu sindaco di Roma e ministro degli esteri, e della nobildonna inglese Ada Bootle-Wilbraham. Cresciuto in un ambiente di amanti della musica (il padre fu anche presidente dell'Accademia filarmonica romana), fu figlioccio di Franz Liszt, studiò pianoforte con Giovanni Sgambati, armonia e contrappunto con Cesare De Sanctis, due musicisti che si adoperavano per la diffusione della musica strumentale. Proseguì gli studi a Berlino e a Vienna, dove conobbe Brahms. Iniziò a comporre soprattutto musica da camera. Il primo concerto pubblico risale al 1889 con l'esecuzione dell'Intermezzo sinfonico per grande orchestra op. 2 nella sala Palestrina di Roma (nel Palazzo Pamphilj). Roffredo Caetani è stato un musicista molto apprezzato all'estero, ma pressoché ignorato in Italia, a causa della sua dedizione alla musica da camera. A Bayreuth incontra nel 1902 la contessa Greffulhe, creatrice e presidentessa della Società dei grandi uditi musicali (Société des grandes auditions musicales) con la quale si lega intimamente, e che lo prende sotto la sua protezione e organizza dei concerti per far conoscere le sue opere. A Parigi conobbe Marguerite Chapin, una colta americana che studiava canto con Jean de Reszke. Dal matrimonio, avvenuto nel 1911, nacquero due figli, Lelia nel 1913 e Camillo nel 1915. A Parigi i Caetani si stabilirono a villa Romaine, a Versailles, e frequentarono figure di grande rilievo del mondo artistico e letterario (Paul Valéry, Saint-John Perse, ecc.). Nel 1924 Marguerite vi fondò la rivista letteraria internazionale Commerce. Il 23 maggio 1926 venne rappresentata al Deutsches Nationaltheater di Weimar, in versione tedesca, l'opera Hypatia che riscosse all'estero uno strepitoso successo di pubblico e di critica. Nel 1932 i Caetani ritornarono definitivamente in Italia e si stabilirono nel castello di Sermoneta. Nella sua autobiografia, la duchessa Carolina Lanchkoronska, imprigionata dalle Waffen SS nella carcere di Stanisławów (Ivano-Frankivs'k) per le sue attività nella resistenza polacca, racconta di essere stata liberata per intercessione di un suo lontano parente, Roffredo Caetani, l'8 luglio 1942. Caetani, avendo saputo del suo arresto, intercedette presso la moglie dell'erede al trono d'Italia, la quale apprezzava tanto Roffredo come musicista. Il rilascio fu ordinato dallo stesso Himmler che provò grande vergogna dopo le rimostranze del governo italiano.[1] Con la morte del fratello Leone nel 1935, e poi del figlio di questi Onorato, nel 1946, era divenuto il XVII duca di Sermoneta. Dopo la seconda guerra mondiale la famiglia si stabilì nel Palazzo Caetani in via delle Botteghe Oscure, sede dell'altra importante rivista della moglie, "Botteghe Oscure", per ritirarsi poi a Ninfa negli ultimi anni. Qui i loro interessi furono assorbiti dal giardino, al quale avevano in vario modo lavorato le ultime tre generazioni della famiglia. Roffredo Caetani morì a Roma nel 1961, e qui sarebbero morte anche Marguerite, nel 1963, e nel 1977 Lelia[2], ultima curatrice del giardino, che non aveva avuto figli dal marito Hubert Howard. L'altro figlio, Camillo, era morto in combattimento il 15 dicembre 1940 sul fronte d'Albania; con Roffredo Caetani si estinse così la linea dei Caetani di Sermoneta. Dal punto di vista professionale, Roffredo Caetani fu nominato nel 1939 accademico di Santa Cecilia; nel 1943 venne rappresentata al teatro dell'Opera di Roma, sotto la direzione di Tullio Serafin e la regia di Marcello Govoni, "L'isola del sole", una novella musicale in due atti su libretto proprio. A lui è intitolata nel 1972 la Fondazione onlus Roffredo Caetani[3] con l'obiettivo di preservare e promuovere la memoria dei Caetani e di tutelare il territorio e la cultura dei monti Lepini e delle terre pontine. Composizioni
Albero genealogico
Note
Bibliografia
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