Tutta la sua carriera di attore si è svolta in Italia. Ancora studente di architettura a Roma, esordì nel mondo del cinema con una breve apparizione nel film Il leone di Amalfi (1950) di Pietro Francisci. Una parte di maggiore impegno gli fu assegnata inDomani è un altro giorno (1951), per la regia di Léonide Moguy, in cui interpretava il ruolo di seduttore di Anna Maria Pierangeli. Grazie a un fisico aitante e alla notevole fotogenia, iniziò una proficua carriera di "fidanzato" ideale in parti leggere e sentimentali, sempre con apprezzabile disinvoltura e credibilità.
Pane e amore
Il successo internazionale giunse con il noto Pane, amore e fantasia (1953), e quindi con Pane, amore e gelosia (1954), entrambi diretti da Luigi Comencini. Il ruolo del carabiniere trentino Pietro Stelluti, timido, impacciato e integerrimo, innamorato di una scanzonata e spumeggiante Gina Lollobrigida, la Bersagliera, piacque particolarmente al pubblico e alla critica dell'epoca. La sua carriera proseguì in numerosi film, in cui apparve per lo più come caratterista. La sua migliore interpretazione probabilmente fu nel film Una pelliccia di visone (1956) di Glauco Pellegrini. Da citare anche il ruolo dell'incursore della marina Emilio Bianchi nel film L'affondamento della Valiant (1962).
Il ritiro
In seguito, tuttavia, lo stereotipo del personaggio piacente ma un po' "ingessato" che gli fu continuamente proposto, lo convinse ad abbandonare il cinema verso la fine degli anni sessanta, dopo essersi dedicato per qualche tempo alla produzione. Il suo ultimo film fu Odia il prossimo tuo (1968), per la regia di Ferdinando Baldi.
Sempre nel 1968 partecipò come concorrente al gioco "delle pastarelle" contenuto all'interno del programma Rai Quelli della domenica, condotto da Paolo Villaggio. In quell'occasione dichiarò di aver lasciato il cinema per occuparsi di "confezioni d'alta moda". Riapparve nel corso degli anni settanta in alcuni fotoromanzi.
Morì a Milano il 16 novembre 2010, qualche giorno prima del suo ottantacinquesimo compleanno.