Roberto Bernardelli
Roberto Bernardelli (Milano, 31 gennaio 1949) è un politico italiano. BiografiaImprenditore del settore alberghiero, Roberto Bernardelli entra in politica all'inizio degli anni ottanta con la Lega Autonomista Lombarda di Umberto Bossi, con cui è candidato alle elezioni politiche del 1983 sotto il simbolo della Lista per Trieste, senza essere eletto. Nel 1987 è tra i fondatori del Partito Pensionati con il quale diventa consigliere a Treviglio e a Milano e assessore al comune di Milano[1]. Fonda poi la Lega Casalinghe-Pensionati con la quale si presenta senza fortuna alle elezioni politiche del 1992[2]. Successivamente rientra nella Lega Nord e nel 1994 riesce ad entrare in parlamento, ottenendo il 50,03% dei voti nel collegio uninominale della Camera Milano 8 grazie anche al sostegno delle altre liste del Polo delle Libertà. A Montecitorio fa parte della Commissione lavoro[3]. Nel 1996 la corsa solitaria della Lega gli costa la riconferma: ottiene infatti nello stesso collegio solo il 14,11%. Quando la Lega lancia la coalizione del Blocco padano, Bernardelli capeggia il movimento Padania pensione sicura, divenuto poi Pensionati Padani e Pensionati Nord. Nel 2000 è eletto consigliere regionale della Lombardia con la Lega Nord ed entra a far parte di svariate commissioni. L'anno successivo, in disaccordo con i vertici del partito, ritenuti troppo appiattiti sulle posizioni di Berlusconi, esce dalla Lega Nord[4] e fonda la Lega Padana Lombardia, di cui diventa il leader[1][5]. Nel 2004 è candidato a presidente della provincia di Milano per una coalizione formata da Lega Padana Lombardia, No Euro e Fronte Cristiano, ma raccoglie solo l'1,8% dei suffragi. Non riconfermato al Pirellone nel 2005, nel 2006 conclude un accordo per le elezioni politiche con la lista Pensioni & Lavoro, pur senza candidarsi direttamente. Dopo le elezioni del 2008 inizia una collaborazione più stretta con altri leader indipendentisti e autonomisti lombardi come Giulio Arrighini (leader di Progetto Lombardia) e Max Ferrari (leader del Fronte Indipendentista Lombardia), che sfociano nella nascita di Lombardia Autonoma, unione dei tre movimenti, della quale diventa presidente[6]. Il movimento è stato poi ribattezzato Unione Padana (allo scopo di ampliare il suo raggio d'azione nelle altre regioni dell'Italia settentrionale) e Indipendenza Lombarda[7]. In occasione delle elezioni amministrative del 2016, Bernardelli si candida nelle liste della Lega Nord per il comune di Milano nel quadro di un accordo con Indipendenza Lombarda[8], tornando così a collaborare col suo ex partito, abbandonato anni prima. Ottiene 332 preferenze e non risulta eletto. Nel maggio 2017 Bernardelli fonda, assieme a Giulio Arrighini e Fabio Toffa (co-fondatori di Indipendenza Lombarda), Marco Reguzzoni, Francesca Martini e Oreste Rossi (ex Lega Nord) Angelo Alessandri (ex Lega Nord e Io Cambio), Luca Azzano Cantarutti (già presidente di Indipendenza Noi Veneto, coalizione costituita da Liga Veneta Repubblica, Progetto NordEst, Veneto Stato, Veneti Indipendenti, Pro Veneto e Tea Party Veneto[9]), il movimento politico Grande Nord.[10][11][12] Il partito ha partecipato alle elezioni politiche del 2018, ma ha ottenuto solo lo 0,06% dei voti su scala nazionale; contestualmente ha partecipato anche alle elezioni regionali in Lombardia, candidando alla carica di presidente Giulio Arrighini, ottenendo però solo lo 0,3% dei voti. Nel 2021 è capolista di Grande Nord alle elezioni comunali di Milano. Il partito nordista entra per l'occasione nella coalizione a sostegno di Gianluigi Paragone, raggiungendo lo 0,14% dei voti. Bernardelli ottiene 10 voti di preferenza. Alle elezioni regionali in Lombardia del 2023 Grande Nord sostiene la candidata del Terzo Polo Letizia Moratti [13][14] mentre per le elezioni europee del 2024 aderisce a Libertà, lista elettorale promossa da Cateno De Luca di Sud chiama Nord che si fermerà all'1,22% non superando lo sbarramento.[15] Procedimenti giudiziariNel 2014 è arrestato, assieme ad altri indipendentisti tra cui l'ex leader della Liga Veneta Franco Rocchetta e l'ex Serenissimo Luigi Faccia, con l'accusa di associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell'ordine democratico e fabbricazione e detenzione di armi da guerra[16]. Viene rilasciato dopo pochi giorni[17]. Note
Collegamenti esterni
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