Partito per il servizio miltare nel 1966, fu incaricato di cammuffare mezzi cingolati con soluzioni visive alternative, applicando per la prima volta la sua creatività artistica ad un contesto funzionale e prefigurando il suo successivo impegno per le applicazioni dell’arte all’industria.[1] Ritornato a Genova, frequentò una scuola grafica professionale e qualche lezione serale all’Accademia Ligustica di Belle Arti, continuando a lavorare nel settore della cromisteria e specializzandosi nella scomposizione dei grigi per ottenere l'intensità cromatica desiderata.[2] Nel frattempo, iniziava ad esplorare altre forme di espressione artistica, quali l'incisione su rame, zinco, pietra e legno, e tecniche come l'acquaforte, la litografia e la xilografia.[1]
Un paesaggio in particolare sollecita la sua sensibilità visiva: la Camargue. La scoperta di quest’area pianeggiante attraversata dal delta del Rodano, con le sue pozze di acqua salmastra, i canneti, le saline, le terre riarse, innesca un lento ma graduale processo che lo porta ad abbandonare l’impianto descrittivo delle sue prime opere, a favore di una sintesi estrema del dato reale e del paesaggio sotto forma di campiture di colore che si fanno struttura.[8]
Nel 1978, Valido ricevette l’incarico di progettare lo spazio espositivo di Finsider, società finanziaria del Gruppo IRI, alla Fiera del Levante di Bari. Per l'allestimento, creò un percorso inusuale con grandi opere pittoriche dedicate alle società del gruppo, tra cui Italsider, Deltasider e Dalmine.[11] Con l’aumentare dell’impegno nei progetti d'arte per l’industria, Valido si trovo' a viaggiare in numerosi paesi, fra i quali Cina, Indonesia, Argentina, Brasile, Stati Uniti, Canada, Russia, Turchia, Tunisia e Grecia.[4][12] Anche se questi viaggi erano fonte d'ispirazione, Valido decise di sospendere temporaneamente le mostre di pittura per dedicarsi ad attivita di designer e alla realizzazione di installazioni artistiche su scala internazionale.[4] Erano gli anni della rivista "Civiltà delle macchine", per cui unire arte e tecnica in un unico dialogo era una scelta creativa volta a interpretare ciascuna attraverso la visione dell'altra.[13] In questo periodo di intensa attività, Valido collaborò con numerose società afferenti a Finmeccanica (oggi Leonardo), tra cui Oto Melara ed Elsag, ElsagDatamat, Italimpianti, Finmare, Marconi Italiana e il gruppo Ansaldo, realizzando opere che univano estetica e tecnologia in contesti industriali ed esplorando nuovi materiali e tecniche di produzione.[11][14][15] Con Ansaldo, in particolare, Valido intrattenne un rapporto di collaborazione esteso nel tempo, realizzando opere per le divisioni di Ansaldo Energia, Ansaldo Trasporti, Ansaldo Industria e con l’Archivio Storico Ansaldo (oggi Fondazione Ansaldo).[11] Ricorda Alessando Lombardo, già direttore di Fondazione Ansaldo:
L'Italia giunge, in quel tempo, a coprire il 12% della produzione continentale europea e Genova, con il suo porto e le sue grandi industrie, svolge un ruolo non secondario (...). Le aziende hanno bisogno di immagine, di comunicazione, talvolta, anche d'identita', come a fine anni Settanta nel caso dell'Ansaldo. Valido, forte del pioneristico esempio della Olivetti, riesce ad intercettare questa domanda.[16]
Valido collaboro' anche con istituzioni bancarie come la Banca Carige (oggi BPER) ed enti pubblici come la Regione Liguria e il Comune di Genova.[14] In particolare, in occasione della riqualificazione del Porto Antico di Genova per EXPO 1992, Valido contribuì, insieme a un team di progettisti internazionali, alla progettazione grafica dell’immagine delle strutture presenti nell’area espositiva, tra cui l’allestimento della Città dei Bambini e la cartellonistica pubblicitaria del rinnovato Porto Antico.[11]
Ritorno all'attività espositiva
A partire dal 1994, grazie all'incontro con il critico d'arte Dino Carlesi,[17][18] Valido riprese a dedicarsi alla pittura e alla scultura, con una produzione artistica caratterizzata da sperimentazioni con tecnica mista e la preparazione di numerose mostre in Italia e all'estero.[11][2][4][19] Il critico d'arte franco-catalanoGérard Xuriguera descrive così questa fase creativa:
Con i suoi collage di ritagli di tessuti, suddivisi in rilievi leggeri su sfondi generalmente monocromatici, Valido non abbandona i suoi fondamentali. Introduce soltanto nel suo linguaggio un altro sistema di significato che non è un valore aggiunto, ma un elemento indivisibile del sostegno (...). Che si tratti di olio, pastello, design, ceramica o scultura, è sempre la stessa linea omogenea, indipendente e volontaria, che cristallizza la sua energia.[20]
Come osserva il critico Luciano Caprile, Valido ha progressivamente abbandonato il paesaggio visivo e tangibile per riscoprire il paesaggio interiore evocato dalla realtà esteriore:[3]
Rino Valido è un costante, coerente, metodico costruttore di paesaggi che entrano immediatamente nel desiderio di chi li ammira perché non raccontano il semplice frutto di uno sguardo da trasferire più o meno fedelmente sulla tela ma scelgono la via incisiva di una sintesi che va diretta al nocciolo della questione. Per le sue composizioni si avvale della seduzione del colore che si fa materia, sostanza, attrazione, di forme plasticamente compatibili.[6]
Nel 2024, per celebrare i suoi cinquant'anni di carriera artistica, il Palazzo Ducale di Genova gli ha dedicato la mostra antologica Rino Valido: Il tempo e le opere,[14][21] mentre la Fondazione Ansaldo ha ospitato la mostra e la conferenza Rino Valido, L'impresa e le opere, incentrate sul suo contributo artistico all'industria e al design.[22][23][10]
^Alessandro Lombardo, "Rino Valido, Uno sguardo privato", in Marco Vinetti e Rino Valido, Rino Valido, Il tempo e le opere, Il Geko Edizioni, 2024, ISBN 9788831244923, p. 17.
^Carlesi, Dino e Bruno Musso (a cura di), Rino Valido, Le opere e le loro strutture interne, Edizioni Le Mani, 2000.
^Carlesi, Dino, Rino Valido, Colore e astrazioni, Galleria Arte Bersani, Finale Ligure, 2001.
^Caprile, Luciano, Dino Carlesi e Gerard Xuriguera (a cura di), Rino Valido, Pittura come colore, Edizioni Le Mani, 2009, ISBN 9788880125204
^Gérard Xuriguera, "Architetto del colore", in Marco Vinetti e Rino Valido, Rino Valido, Il tempo e le opere, Il Geko Edizioni, 2024, ISBN 9788831244923, p. 21.