Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettronicheI rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche o semplicemente rifiuti elettronici (talvolta citati anche semplicemente con l'acronimo RAEE, o in lingua inglese Waste of electric and electronic equipment o con l'acronimo derivante da tale espressione inglese WEEE o sempre in lingua inglese e-waste), sono rifiuti di tipo particolare che consistono in qualunque apparecchiatura elettrica o elettronica di cui il possessore intenda disfarsi in quanto guasta, inutilizzata o obsoleta e dunque destinata all'abbandono. Nel 2022, a livello globale, sono stati generati 62 miliardi di kg di rifiuti elettronici (equivalenti a una media di 7,8 kg pro capite all’anno); solo il 22,3% di questa massa di rifiuti elettronici è stato raccolto e riciclato in modo rispettoso dell'ambiente[1]. I principali problemi derivanti da questo tipo di rifiuti sono la presenza di sostanze considerate tossiche per l'ambiente e la non biodegradabilità di tali apparecchi. La crescente diffusione di apparecchi elettronici determina un sempre maggiore rischio di abbandono nell'ambiente o in discariche e termovalorizzatori (inceneritore) con conseguenze di inquinamento del suolo, dell'aria, dell'acqua con ripercussioni sulla salute umana. Questi prodotti vanno trattati correttamente e destinati al recupero differenziato dei materiali di cui sono composti, come il rame, ferro, acciaio, alluminio, vetro, argento, oro, piombo, mercurio, evitando così uno spreco di risorse che possono essere riutilizzate per costruire nuove apparecchiature oltre alla sostenibilità ambientale. Questo tipo di rifiuti è comunemente definito RAEE ed è regolamentato dalla Direttiva RAEE (o Direttiva WEEE, dall'inglese "Waste of electric and electronic equipment"), recepita in Italia dal Decreto "RAEE". La direttiva è strettamente legata con la Normativa comunitaria RoHS 2002/95/CE.[2] Definizione di RAEEI RAEE sono rifiuti di AEE (Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). Le AEE a loro volta sono apparecchiature che per un corretto funzionamento dipendono dall'energia elettrica, sia come utilizzatrici, sia come generatrici, progettate per funzionare a tensioni non superiori a 1000 V AC o 1500 V CC, e appartengono a una delle seguenti categorie:
La raccolta dei RAEE viene differenziata in base alla tipologia di produzione ed impiego delle AEE, e soprattutto raggruppando i RAEE in base al tipo di trattamento a cui saranno sottoposti a seconda delle strumentazioni specifiche e delle competenze degli operatori nel condurre le procedure di smontaggio in totale sicurezza ed efficienza (per la gestione del costo di recupero). I trattamenti di recupero vengono eseguiti al fine di poter bonificare i componenti da materiali pericolosi per la salute o per l'ambiente e di smaltirli correttamente, e poter così procedere al recupero di tutta la componentistica riutilizzabile (riassemblabile in prodotti rigenerati) e di tutti i materiali riciclabili tra le parti danneggiate o inutilizzabili, o il cui costo di verifica e collaudo non determina un vantaggio economico, ed in ultimo smaltire correttamente i materiali non riciclabili. Il conferimento dei RAEE può essere eseguito dai consumatori nei centri di raccolta predisposti dai comuni, o tramite il ritiro da parte dei rivenditori (per conto dei produttori), nelle fasi di acquisto di nuovi prodotti (rivalutazione dell'usato). La raccolta è prevista, normata e organizzata in base ai seguenti gruppi tipologici (e relativi codici):
Il trattamento dei RAEEIl trattamento dei RAEE è svolto in centri adeguatamente attrezzati, autorizzati alla gestione dei rifiuti ed adeguati al "Decreto RAEE", sfruttando le migliori tecniche disponibili. Le attività di trattamento prevedono varie fasi, indicativamente:
L'attività di reimpiego delle apparecchiature dopo test di funzionamento è un'opzione prevista della normativa sui RAEE ma non esiste una normativa specifica sulle apparecchiature reimmesse sul mercato (prodotti rigenerati). Obiettivi di recuperoSono stati stabiliti obiettivi di recupero e reimpiego o riciclaggio dei materiali dei rifiuti elettronici inviati al trattamento in funzione della categoria di appartenenza dei RAEE. Tali obiettivi saranno aggiornati dalla commissione Europea in funzione dello sviluppo dei sistemi e delle migliori tecniche di recupero. In Italia e in Europa inoltre si moltiplicano i casi in cui si torna a riparare invece che buttare le apparecchiature RAEE Raccolta differenziata dei RAEEPer garantire la protezione dell'ambiente e inviare i RAEE a centri di trattamento adeguati, è prevista la raccolta differenziata di tali apparecchiature. Attualmente i cittadini possono conferire i propri rifiuti alle isole ecologiche; dal 18 giugno 2010 è possibile riconsegnare gratuitamente il rifiuto direttamente al rivenditore, all'atto dell'acquisto di un'apparecchiatura della medesima tipologia, tale procedura è definita "uno contro uno", ed è regolamentata dal D.M. 65 dell'8 marzo 2010. L'"obiettivo di raccolta" è di 4 kg per abitante all'anno entro il 31 dicembre 2010. Attualmente (febbraio 2011) la raccolta è intorno a 4,5 kg/abitante l'anno. Dal 22 luglio 2016 i negozi superiori ai 400 metri quadri devono allestire un'area per il ritiro RAEE uno contro zero[3][4]. La responsabilità dei produttoriLa "Direttiva RAEE" è basata sul principio secondo il quale chi inquina paga. Per ottemperare questo principio, il finanziamento e l'organizzazione della raccolta e del trattamento dei RAEE sono posti in capo ai produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche, a partire dalla data di entrata in vigore in Italia del "Decreto RAEE", il 1º settembre 2007 (DM 185/2007 pubblicato in G.U. il 5/11/2007). Per sostenere questi nuovi costi, i produttori saranno liberi di far pagare un eco-contributo al momento dell'acquisto di un'apparecchiatura nuova (visible fee). L'ecocontributo non dovrà superare i costi di trattamento. I produttori ai sensi del D.Lgs. 151/2005 sono tutti coloro che fabbrichino o importino un prodotto elettrico o elettronico, oppure lo commercializzino con proprio marchio indipendentemente dalla provenienza geografica del bene, ovvero tutti coloro che per primi immettono il prodotto sul mercato e dunque ne sono responsabili. I distributori (ovvero i soggetti che vendono i prodotti nuovi agli utenti finali) sono tenuti all'obbligo del ritiro dell'apparecchio da buttare al momento dell'acquisto di un nuovo apparecchio equivalente. I sistemi dei produttoriPer rispondere alle richieste della normativa, i fabbricanti delle apparecchiature rientranti nel campo di applicazione del "Decreto RAEE" hanno costituito dei "sistemi collettivi", tipicamente in forma di consorzi volontari, in funzione del tipo di apparecchiatura o del tipo di mercato servito: dai frigoriferi alle lampade, dalle apparecchiature informatiche ai piccoli elettrodomestici. Gli operatori del recuperoTrattandosi di rifiuto, tutte le fasi di gestione dei RAEE sono svolte da operatori specificamente autorizzati allo svolgimento di tali operazioni: raccolta, trasporto e trattamento. In Italia esistono aziende qualificate che si occupano della raccolta e del trasporto dei RAEE, la cosiddetta logistica inversa, e del trattamento. Normativa di riferimento
Normativa tecnica
Giornata internazionale sui rifiuti elettroniciIl 14 ottobre è la giornata internazionale per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità di conferimento dei rifiuti elettronici agli appositi siti di raccolta[5]. Commercio internazionale di rifiuti elettroniciEsiste un fiorente commercio più o meno legale di rifiuti elettronici dai paesi ricchi produttori verso paesi poveri o comunque con legislazioni ambientali e sanitarie lassiste[6]. Note
Bibliografia
Voci correlate
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