Renato Candida
Renato Candida (Lecce, 30 settembre 1916 – Torino, 11 ottobre 1988) è stato un carabiniere italiano. A lui si è ispirato Leonardo Sciascia nel descrivere la figura del Capitano Bellodi, il protagonista de Il giorno della civetta.[1] BiografiaUfficiale di complemento del Regio esercito nel 1937, transita all'Arma dei Carabinieri Reali nel 1939, e con il grado di sottotenente fu inviato in Calabria. Durante la seconda guerra mondiale fu in servizio in Montenegro e fu promosso capitano per meriti di guerra. Nel febbraio del 1945, inizia la sua militanza nella Resistenza, come partigiano della Brigata Strona del Comando dell’Ossola. Passato in SPE, fu inviato a Genova, ad Alessandria e a Biella. Dal 1953 era in servizio a Torino, quando nell'ottobre 1955, con il grado di maggiore, Candida fu assegnato al comando del gruppo carabinieri di Agrigento.[2] Fu autore nell'autunno 1956 del saggio Questa mafia, uno dei primi a riconoscere la presenza reale dell'organizzazione mafiosa nel territorio dell'agrigentino.[3] Candida e Leonardo Sciascia si conoscono nell'estate di quell'anno. È lo stesso Sciascia a far pubblicare il saggio di Candida, a Caltanissetta, presso l'editore Salvatore Sciascia. Diventano amici e iniziano a frequentarsi; Sciascia dice di esser rimasto particolarmente colpito dallo schietto antifascismo di questo funzionario dello Stato.[4] Promosso tenente colonnello nell'aprile 1957, fu trasferito alla Scuola allievi carabinieri di Torino nel novembre 1957, dove assunse il comando di uno dei battaglioni allievi. Fu posto a disposizione nel 1965. Con il congedo arriva poi la nomina a generale di brigata. Un mese esatto dopo la morte di Candida, Sciascia lo ricordò in un articolo apparso su La Stampa l'11 novembre 1988.[5] Opere
Note
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