Ramah in BeniaminoRamah (dallꞌebraico: "altezza"[1]) fu, secondo la Bibbia Ebraica, una città nellꞌIsraele antico nella terra assegnata alla tribù di Beniamino. Si trovava vicino a Gabaon e Mizpah a ovest, Gabaa a sud e Geba a est. Essa è stata identificata con lꞌattuale Al-Ram, a circa 8 km a nord di Gerusalemme.[2][3][4][5] Racconti bibliciLa città è menzionata per la prima volta in 18:25[6], vicino a Gibeah di Beniamino. Nel Libro dei Giudici, un Levita giunge viaggiando a Gibeah, con Ramah proprio dietro (19:11-15[7]). Ramathaim-zophim è la città che fu patria della madre di Samuele, Anna e di suo padre Elkana, dalla quale essi viaggiarono verso il santuario di Silo, dove Anna pregò Iddio affinché ponesse termine alla sua sterilità e le facesse avere un figlio (1:1[8]). Ramah è citata in 8:4[9] in riferimento al luogo dꞌincontro durante il regno di Samuele. Ramah fu successivamente fortificata da Baasa, re del Regno del Nord, per controllare lꞌaccesso a Gerusalemme (15:17-22[10]; 16:1-6[11]). Asa, re del regno meridionale di Giuda, utilizzò con successo Ben-Hadad, il re siriano, per attaccare Baasha nella sua città e portò via le sue forze da questa città (15:18[12]). Il racconto biblico sostiene che le fortificazioni furono successivamente smantellate per decreto del re Asa e i relativi materiali usati per fortificare le difese di Giuda vicino a Geba e a Mizpah (15:22[13]; 16:6[14]). Quando Gerusalemme fu distrutta dai Babilonesi, coloro che furono presi prigionieri furono riuniti a Ramah prima di essere trasferiti a Babilonia (Geremia, 40:1; vedi Esilio babilonese). Una voce si ode da Ramah, Rachele – lꞌantenata delle tre tribù di Ephraim, Manasse e Beniamino[16] – aveva talmente desiderato dei figli che si considerava morta senza di loro (30:1 NKJV[17]). Geremia disse che lei stava figurativamente piangendo a causa della gente uccisa o presa prigioniera.[18] E poiché era la madre di Beniamino, questo era corretto poiché quelli in Ramah erano beniamiti. Nel Nuovo Testamento, Ramah è citata nel Vangelo secondo Matteo (Matteo, 2:18), dove si afferma che la profezia di Geremia a proposito di Rachele ricevette "una seconda conferma" [19] con la strage degli innocenti compiuta durante il regno di Erode:
Note
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