Rainbow Arts
La Rainbow Arts era una società tedesca di sviluppo e pubblicazione di videogiochi, soprattutto per i computer Commodore 64, Amiga e Atari ST. Fu fondata nel 1984 da Marc Ullrich nella città di Gütersloh, ma presto si trasferì a Düsseldorf[4]. Divenne il principale editore di videogiochi tedesco tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90[2]. Viene ricordata soprattutto per la saga di Turrican e per le controversie per plagio di The Great Giana Sisters e Katakis[5]. StoriaL'azienda fu fondata da Marc Alexander Ullrich quando aveva solo 17 anni e faceva ancora le scuole superiori[6]. Divenne parte del gruppo Rushware dal 1986[2]. Svolse soprattutto il ruolo di editrice, per la quale operarono varie società di sviluppo indipendenti; grazie all'ampia capacità economica del gruppo, poté reclutare i migliori autori tedeschi[5]. Tra questi si ricordano soprattutto Chris Hülsbeck, Thomas Hertzler, Armin Gessert e Manfred Trenz[5][6]. Rainbow Arts impiegò giovani sviluppatori come freelance, ma all'inizio anche come interni; erano spesso desiderosi di sperimentare e molto abili tecnicamente[4]. Predilessero soprattutto il genere d'azione e le veloci animazioni 2D[2]. I primi prodotti comunque ricevettero solo tiepide recensioni all'estero e non furono eclatanti nemmeno in patria[4]. Il primo titolo di rilevanza internazionale fu Bad Cat nel 1987, ma la prima grande svolta ci fu con il reclutamento dello studio Time Warp Productions di Armin Gessert[5]. Questi svilupparono The Great Giana Sisters (1987), un grande successo che riuscì a ricreare sui computer Commodore un platform a scorrimento paragonabile al capolavoro Super Mario Bros.[6]. Tuttavia si trattava di un clone fin troppo spudorato di Super Mario Bros. e la Nintendo minacciò una causa per plagio alla Rainbow Arts, ottenendo il ritiro dal mercato di The Great Giana Sisters. Ciò non impedì l'enorme diffusione del gioco, anche grazie alla pirateria, e la sua consacrazione come classico[6]. La storia si ripeté con l'ingaggio del promettente Manfred Trenz, già attivo nello sviluppo di Giana Sisters, che realizzò lo sparatutto a scorrimento Katakis (1988), fortemente ispirato a R-Type, anch'esso un capolavoro del proprio genere. Anche stavolta ne risultò una causa legale da parte del produttore di R-Type, che vinse[6]. Stavolta i titolari dei diritti europei (Electric Dreams Software) pretesero in risarcimento che la Rainbow Arts programmasse per loro le vere conversioni ufficiali di R-Type, e l'azienda ottemperò[4]. Comunque la Rainbow Arts immise sul mercato Denaris (1989), un altro sparatutto ottenuto modificando Katakis, ed ebbe nuovamente un grande successo[6]. Intorno al 1988 la Rainbow Arts divenne molto rinomata per la qualità dei prodotti, e indiscutibilmente apprezzata in quanto a grafica, sonoro e abilità di programmazione dei suoi sviluppatori, nonostante ci fosse stata una carenza di originalità e creatività nel design[3]. Era la casa tedesca più conosciuta all'estero, anche grazie alla sua associazione con la U.S. Gold[3]. Nel 1988 venne creata l'etichetta dipendente Golden Goblins, dedicata a titoli di fascia alta e guidata dall'ex Magic Bytes Rolf Lakämper, che produsse tre giochi fino al 1990 (Circus Attractions, Grand Monster Slam, MUDS)[7][8]. Golden Goblins era costituita da otto programmatori che lavoravano già insieme da circa un anno e mezzo e vennero assunti dalla Rainbow Arts nell'estate 1988[3]. Venne creata inoltre l'etichetta Highlights, utilizzata intorno al 1989 per alcune riedizioni a basso costo, di giochi propri o di altri editori[9]. Nel 1990 arrivò il capolavoro platform-sparatutto a scorrimento Turrican, che confermò definitivamente le ottime capacità della Rainbow Arts, nonché del suo autore Manfred Trenz[6]. Lo stesso anno si fecero notare anche il simulatore di carri armati 3D Conqueror e lo sparatutto X-Out[6]. Anche il 1991 iniziò bene con Mad TV e l'attesissimo seguito Turrican II: The Final Fight[10]. I successi internazionali comunque nel complesso non furono numerosi[2] e negli anni '90 iniziò anche un declino, dovuto a investimenti meno fruttuosi e ai risultati modesti di Golden Goblins e di vari studi di sviluppo esterni[10]. Con il calo del settore sviluppo, alcuni membri rinomati, incluso Trenz, lasciarono l'azienda, che perse sempre più rilevanza e non riuscì a rafforzarsi nemmeno operando solo come editrice[10]. Nel 1992 tutto il gruppo Rushware entrò a far parte di Funsoft Holding GmbH[11]. Nel tardo 1998 Funsoft vendette la Rushware e le sue sussidiarie all'editore statunitense THQ[12]. Gli ultimi titoli apparsi con marchio Rainbow Arts risalgono circa a questo periodo[13]. Rainbow Arts rimane memorabile come luogo dove hanno iniziato molti grandi nomi tedeschi del settore. Qui lavorarono i successivi fondatori di aziende che conquistarono la scena tedesca negli anni '90, come Factor 5, Blue Byte, Spellbound Entertainment, Thalion Software, Ascaron[2]. Nel gennaio 2022 l'editrice Ziggurat Interactive, specializzata in retrogaming, ha acquistato i diritti su oltre 80 titoli appartenuti al marchio Rainbow Arts[14]. VideogiochiLa rivista Retro Gamer tedesca cita come i maggiori successi Turrican II: The Final Fight, Mad TV[15], The Great Giana Sisters e Katakis[4]. Retrogame Magazine italiana ricorda come pezzi forti Madness, Bad Cat, The Great Giana Sisters, Rock'n Roll, Denaris, Grand Monster Slam, X-Out, Turrican, Conqueror, Z-Out, Turrican II, Mad TV[5][10]. Elenco approssimativo dei videogiochi pubblicati, e in parte sviluppati internamente:
Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
|