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«La creatività ha il soffio divino, ma un alito che non ti dico.»
Ha preso parte al "Premio Satira Politica Forte dei Marmi" negli anni ottanta, suscitando scalpore nella Sezione Scultura per le sue opere umoristiche polimateriche[1], ed ha partecipato a numerose rassegne organizzate in ambito istituzionale, sull'umorismo. Alcune sue opere sono state pubblicate per i tipi di Marco Valerio Edizioni.
Biografia
Ha frequentato “l'Accademia di Belle Arti” di Torino, vanta una produzione molteplice in ambito editoriale, ha curato numerose mostre e rassegne e partecipato ad eventi, come il Funny Film Festival di Boario Terme dell'ottobre 1991, protagonista Paolo Villaggio[2] contribuendo ad una vera e propria innovazione nel campo delle arti visive legate all'arte della risata.
Attivo in ambito istituzionale, Raffaele Palma è stato tra i primi in Italia a diffondere i motivi della comicità e dell'umorismo quali fonti di benessere, salute, risoluzione dei conflitti interiori e sociali[7][8]: a tale proposito, già nell'aprile 1989 fu organizzatore dell'incontro workshop "Sorriso e Salute", patrocinato dall'Ordine Nazionale dei Medici e dall'Ordine nazionale dei farmacisti a Torino[8][9].
Sempre in tale direzione, ha organizzato seminari sulla “Terapia della risata” per la Facoltà di Medicina di Torino (Istituto di Farmacologia e Terapie Sperimentali).
Ha, inoltre, insegnato umorismo e satira alla Facoltà di Magistero di Torino, corso di laurea in Pedagogia.[8] È stato consulente umoristico del Comune di Torino[10], per l'Assessorato all'Istruzione, nei corsi di aggiornamento per gli insegnanti voluto dallo stesso negli anni ottanta-novanta del Novecento.
È stato docente presso la Unitre - Università della Terza Età di Torino del laboratorio calligrafico “l'Arte degli Amanuensi”. Ha pubblicato vari libri sull'umorismo con Marco Valerio Edizioni.
Ricerche sulla Sacra Sindone
Raffaele Palma si è anche occupato di smitizzazioni umoristiche relative alla Sacra Sindone, collaborando con uno studioso della materia, Don Giuseppe Terzuolo, sacerdote salesiano bibliotecario della Basilica Santuario di Maria Ausiliatrice a Torino[11]. Tale ricerca è stata sintetizzata in una interessante opera dal titolo “Sindone le due tracce”, che propone una duplice chiave di lettura, ironica e artistica. Si tratta di una carrellata agiografica su centinaia di sindoni affrescate sui muri di Piemonte e Valle d'Aosta, capace di svelare la strumentalizzazione del Sacro Lino fatta nel corso dei secoli[10][11].
Cronologia delle Opere
Senza Parole (1980)
In soprannome del Popolo Italiano (1983)
La pianta del riso - Guida alla didattica dell'humour (1985)
L'albero della cova - Humour e habitat (1987)
Torino arguta - Guida alla città ed ai musei di Torino (1987)