Quinto Labieno
Quinto Labieno (... – 39 a.C.) è stato un militare romano repubblicano, figlio di Tito Labieno, che era stato legatus di Gaio Giulio Cesare durante la conquista della Gallia. Biografia
In seguito all'assassinio di Giulio Cesare nel 44 a.C., Labieno si schierò dalla parte di Bruto e Cassio (i cesaricidi). Venne inviato in Partia per cercare aiuti da parte di Orode II, il re dei Parti. Dopo che Bruto e Cassio vennero sconfitti nella battaglia di Filippi, Labieno, avendo paura di venire catturato e condannato a morte dagli eredi di Cesare, Marco Antonio e Ottaviano (poi Augusto), decise di allearsi con i Parti. Quando i Parti invasero i territori orientali della Repubblica romana nel 40 a.C. vennero condotti dal loro re Pacoro e da Labieno. L'esercito partico attraversò l'Eufrate e attaccò Apamea. L'attacco di Apamea fallì ma Labieno riuscì a convincere le guarnigioni romane in Siria a passare dalla sua parte. L'esercito romano-partico riuscì a sconfiggere in battaglia l'esercito di Lucio Decidio Saxa, governatore di Marco Antonio, conquistò Apamea e costrinse Antiochia a scendere a patti passando dalla sua parte.[4] Dopo la sconfitta Romana ad Apamea, i Parti suddivisero il loro esercito. Pacoro si diresse a sud e conquistò il Levante e la Palestina. Labieno si diresse a nord a inseguire Saxa, che venne sconfitto e ucciso in Cilicia. Labieno poi conquistò tutta l'Asia Minore. Sotto Labieno e Pacoro, i Parti avevano raggiunto più o meno l'estensione dell'antico impero achemenide e controllavano tutta l'Asia Minore, tranne alcune città, ma i successi Partici furono effimeri. Nel 39 a.C., in Asia Minore, i Romani condotti da Publio Ventidio sconfissero e uccisero Labieno. Un anno dopo anche Pacoro venne ucciso in Siria nella Battaglia del Monte Gindaro. Note
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