Nel settembre del 1977, con ancora in corso il successo di vendite dell'album precedente[7], Parsons e Woolfson cominciano a registrare per l'album Pyramid, presso gli Abbey Road Studios a Londra, terminando nel febbraio del 1978. L'album viene pubblicato nel maggio del 1978 ed ottiene un nuovo successo in termini di vendite, anche se di poco inferiore all'album precedente, entra nella top venti in Australia, Austria, Norvegia e Nuova Zelanda e raggiunge il miglior risultato in Germania con il terzo posto rimanendo per centoquindici settimane in classifica dal 15 giugno 1978 all'8 dicembre 1980[8].
Come per gli album precedenti anche Pyramid è strutturato come un concept album, inizialmente Parsons e Woolfson avevano stabilito che l'album dovesse trattare l'occulto, la magia nera e la stregoneria ma appena cominciate le registrazioni Parsons decise di puntare come filo conduttore sull'antico Egitto, il mistero delle piramidi ed il cosiddetto "potere delle piramidi" molto in voga negli anni 70.
(EN)
«From the rise and fall of an ancient dynasty, to the quest for a key to unlock the secrets of the universe, this album seeks to amplify the haunting echoes of the past and explore the unsolved mysteries of the present. Pyramid...the last remaining wonder of the ancient world.»
(IT)
«Dall'ascesa e dalla caduta di un'antica dinastia, alla ricerca di una chiave per svelare i segreti dell'universo, questo album cerca di amplificare gli echi ossessionanti del passato ed esplorare i misteri irrisolti del presente. Piramide... l'ultima meraviglia rimasta del mondo antico.»
(Dal booklet dell'album Pyramid, 1978)
L'album ha molte influenze new wave, un genere che stava emergendo in Gran Bretagna intorno al periodo di registrazione dell'album. Molti artisti del rock progressivo hanno utilizzato questo stile nei loro album durante il periodo che va dalla fine del 1977 al 1979. In questo album, il genere è evidente, attraverso il ritmo, in canzoni come "Can't Take It With You" e in "Pyramania".
Come session-man vengono confermati Ian Bairnson alle chitarre, David Paton al basso, Duncan Mackay alle tastiere e John Leach al cimbalom e kantele, mentre alla batteria al posto di Stuart Tosh vi è la new entry Stuart Elliott, uno dei fondatori del gruppo dei Cockney Rebel. Altra novità è il sassofonista[9] Phil Kenzie e come cantanti gli esordienti sono Dean Ford e Colin Blunstone mentre vengono riconfermati John Miles, Lenny Zakatek e Jack Harris.
La prima versione in CD di Pyramid è uscita nel 1984.
Parsons riceve la nomination per i Grammy Awards del 1978, per la categoria "Best Engineered Recording, Non Classical".
Copertina e grafica
La veste grafica dell'album viene affidata, per il terzo album consecutivo, all'agenzia di graphic designbritannicaHipgnosis di Storm Thorgerson. In copertina per la prima volta compare Alan Parsons che sembra svegliarsi da un incubo, sul retro di copertina si vede un'altra parte della stanza con una finestra che affaccia sulla grande piramide illuminata dalla luna piena, e sul comodino un libro dal titolo Pyramid Power di Max Toth e Greg Nielsen[10].
Can't Take It With You – 5:05 – Voce: Dean Ford • Pianoforte e voci addizionali: Eric Woolfson • Chitarra elettrica ed acustica: Ian Bairnson • Chitarra acustica: Alan Parsons • Basso, chitarra acustica e voci addizionali: David Paton • Batteria e percussioni: Stuart Elliott • Sintetizzatori: Duncan Mackay
In The Lap Of The Gods (Strumentale) – 5:29 – Pianoforte e organo: Eric Woolfson • Chitarre acustiche: Ian Bairnson • Basso e chitarra acustica: David Paton • Batteria e percussioni: Stuart Elliott • Cimbalom: John Leach • Flauto di legno mediorientale: membro non identificato dell'orchestra • The English Chorale: diretto da Bob Howes • London Philharmonia Orchestra: arrangiata e diretta da Andrew Powell
Can't Take It With You – 5:07 – Voce: Dean Ford • Pianoforte e voci addizionali: Eric Woolfson • Chitarra elettrica ed acustica: Ian Bairnson • Chitarra acustica: Alan Parsons • Basso, chitarra acustica e voci addizionali: David Paton • Batteria e percussioni: Stuart Elliott • Sintetizzatori: Duncan Mackay
In The Lap Of The Gods (Strumentale) – 5:29 – Pianoforte e organo: Eric Woolfson • Chitarre acustiche: Ian Bairnson • Basso e chitarra acustica: David Paton • Batteria e percussioni: Stuart Elliott • Cimbalom: John Leach • Flauto di legno mediorientale: membro non identificato dell'orchestra • The English Chorale: diretto da Bob Howes • London Philharmonia Orchestra: arrangiata e diretta da Andrew Powell
Le registrazioni dell'album, cominciate nel settembre del 1977 coincisero con le storiche partenze delle sonde spazialiVoyager 1 e Voyager 2 partite rispettivamente il 5 settembre ed il 20 agosto del 1977, il brano quindi viene nominato come le navicelle immaginando il viaggio misterioso che si accingono ad effettuare simile a quello per volare verso le piramidi ed i loro segreti. Lo stesso Parsons affermerà che l'ascoltatore deve immaginarsi in volo sopra il deserto verso le piramidi abbandonate nel deserto attanagliate da una quiete solenne.
Il brano, cantato da David Paton, unisce il progressive rock con il soft rock. Il testo tratta della futilità e della scomparsa delle conquiste umane. Parsons imposta il brano dal punto di vista dei costruttori delle piramidi che si lamentano dell'inutilità del lavoro che stanno compiendo.
Il brano rappresenta la prima collaborazione di Colin Blunstone con il Project. É caratterizzato dall'utilizzo di due strumenti a corda dotati di tastiera, il clavicordo ed il virginale entrambi suonati da Woolfson.
Il brano, cantato da Lenny Zakatek, è dominato da un giro di basso iconico ed una perfetta commistione di tutti gli strumenti che porta al godibile assolo di sassofono.
Il brano, cantato dall'esordiente nel Project Dean Ford, inizia con un'affascinante introduzione di strumenti a fiato per poi combinare pop e progressive rock. Il testo racconta la fine della vita umana riferendosi alla differenza tra ciò che avviene per i comuni mortali e ciò che spetta al faraone.
Negli anni settanta andava molto di moda il cosiddetto "potere piramidale" per cui si attribuivano non solo alla struttura in se stessa ma anche alla forma geometrica tutta una serie di proprietà magiche, curative ed effetti benefici che vengono trattati nel testo del brano. Il picco della popolarità fece assumere molta visibilità alla stampa di una piramide sul retro della banconota da un dollaro, anche se fosse in circolazione già da diversi anni, e nel 1973 comparve sulla copertina di uno degli album più famosi al mondo The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd[20].
Il titolo del brano fu scelto da Woolfson in occasione del dottorato di ricerca del fratello Richard che aveva pubblicato come tesi un trattato matematico con questo titolo[20].
Il brano, cantato da John Miles che tornerà in seguito a collaborare con il Project a partire dal 1986 nell'album Stereotomy, è ispirato al decesso del suocero di Woolfson, avvenuto durante le registrazioni dell'album[20].
Il 7 marzo del 2008 viene pubblicata la versione rimasterizzata dell'album originale con l'aggiunta di sette bonus track. Questa edizione diventerà la base per tutte le future riedizioni.
Pyramid - Work In Progress (2024)
Il 20 aprile del 2024 la Cooking Vinyl ha pubblicato una versione speciale di Pyramid composta da versioni alternative dei brani. Le tracce sono nove di cui sei inedite e tre già inserite in precedenza nell'Expanded Edition del 2008. L'edizione è disponibile solo in vinile di colore arancione ed in tiratura limitata a quattromiladuecento copie. La copertina riproduce il box contenente le copie master nello stile in uso nel 1978[24].
Pyramid - Super Deluxe Limited Edition Boxed Set (2024)
Il 23 agosto del 2024 la Cooking Vinyl, in occasione del 46º anniversario dalla pubblicazione di Pyramid, ha pubblicato una prestigiosa edizione speciale in cofanetto con il seguente contenuto[25]:
1 CD intitolato Original Album 2024 Remaster Plus Bonus Tracks, con l'edizione rimasterizzata del 2008, contenente l'album originale più le sette bonus track.
1 CD intitolato Eric Woolfson's Songwriting Diaries con ventitre tracce tratte dai diari di Woolfson, di cui dodici inedite.
1 CD intitolato Previously Unreleased Bonus Studio Recordings Vol. 1 con quindici tracce di materiale inedito riguardante sessioni di prova in studio.
1 CD intitolato Previously Unreleased Bonus Studio Recordings Vol. 2 con ventidue tracce di materiale inedito, di cui sedici riguardanti sessioni di prova in studio e sei tracce riguardanti spot radio e cinema e commenti alla realizzazione dell'album di Parsons e Woolfson.
1 Blu-Ray intitolato Dolby Atmos 5.1 Surround Sound - Remixed By Alan Parsons 2024 - Original Album Remastered In Stereo HD 2024 con le nove tracce dell'album originale del 1978 rimasterizzate in Stereo HD e remixate in Dolby Atmos da Alan Parsons.
Un libro di 68 pagine con numerose foto relative al periodo di realizzazione dell'album, curiosità, interviste, testi e crediti.
La replica di un press kit contenente un poster, una cartolina illustrata, una foto di Parsons e Woolfson, e diverso materiale di presentazione dell'album con biografia dei protagonisti e descrizione dei brani.
Solo per le prime cinquecento copie vendute vi è anche la stampa della copertina dell'album autografata da Alan Parsons.
Nel film Donnie Brasco del 1997, diretto da Mike Newell e interpretato da Johnny Depp e Al Pacino, tra i brani della colonna sonora vi è la canzone What Goes Up...[26] tratta dall'album Pyramid del 1978[27].
Nel 1978 Alan Parsons riceve la nomination per i Grammy Awards per l'album Pyramid e nel 1979 per la strumentale Voyager.
Grammy Awards 1978 - categoria Best Engineered Recording, Non Classical - album Pyramid dei The Alan Parsons Project.
Grammy Awards 1979 - categoria Best Album of Original Score Written for a Motion Picture or a Television Special - colonna sonora del film Ice Castles brano Voyager dei The Alan Parsons Project.
Note
^Gold&Platinum, su riaa.com, RIIA. URL consultato il 10 aprile 2021.