La Punta dei Tre Scarperi (Dreischusterspitze o anche solo Dreischuster in tedesco), chiamata anche cima Tre Scarperi, è la cima più alta del gruppo delle Dolomiti di Sesto (3.152 m s.l.m.).
Fa parte del gruppo dei Tre Scarperi, delimitato dal passo grande dei Rondoi (m 2.289), dalla val Fiscalina, dalla val di Sesto, dalla val Campo di Dentro (Innerfeldtal) e dalla val Sassovecchio (Altensteintal).
È la più settentrionale tra le cime delle Dolomiti che superano i 3.000 metri d'altezza. Si trova infatti 20 km più a nord di Bolzano e 25 km più a nord della Marmolada.
Oltre alla vetta principale, le cime secondarie più importanti sono la punta Piccola degli Scarperi (Kleiner Schuster, m 3.095), la punta Lavina Bianca (Weißlahnspitz, m 2.987) e il Lastron degli Scarperi (Schusterplatte, m 2.957).
Alpinismo
La Punta dei Tre Scarperi fu la prima montagna di Sesto ad essere scalata, nel 1869 da Paul Grohmann con le guide F. Innerkofler e P. Salcher; si trattò di un'ascensione in cui per la prima volta furono usate scarpette apposite con suole di corda. Per oltre dieci anni il gruppo fu dimenticato a favore di altre vette quali la Croda dei Toni e le Tre Cime di Lavaredo, fino alla prima scalata della punta Piccola compiuta da R. Ledenfeld e dalla guida A. Dimai nel 1881. 7 anni dopo fu la volta della parete ovest, conquistata da S. Zilzer, R. H. Schmitt con le guide P. Dimai e V. Innerkofler; poche altre ascensioni vennero effettuate negli anni seguenti. Nel 1930 Emilio Comici con G. B. Fabjan e P. Slocovich salirono il canalone ovest e nel 1969 M. de Bertoldi, F. Cantini e A. Nerli salirono la cresta nord-ovest, l'itinerario più arduo alla cima fino al quel momento.
Ascensioni
Punta dei Tre Scarperi, pur essendo la cima più alta delle Dolomiti di Sesto, è ben di rado frequentata, a causa della lunghezza degli accessi, degli enormi dislivelli (1600 m dal fondovalle). La via normale, quella dei primi salitori, parte dalla forcella dei Sassi (2678 m) e dopo lunghe traversate si porta al centro della parete sud-est e sale alla vetta per colatoi e canaloni, con difficoltà di III.
Dalla sua cima, la notte tra il 12 e 13 settembre 2008, si è staccata una piccola frana che è arrivata fino ai ghiaioni che si trovano a quota 2.000 metri circa, senza provocare né feriti né danni.
Toponimo
Il nome originario della montagna è attestato nel 1770 come Drei Schuster Berg e nel 1845 come Gsöllknoten, e sarebbe collegato ad una leggenda locale che vedeva tre calzolai di Sesto a caccia di camosci.[1]
Note
^Egon Kühebacher, Die Ortsnamen Südtirols und ihre Geschichte, vol. 3, Bolzano, Athesia, 2000, p. 47s. ISBN 88-8266-018-4