Primarosa Battistella (Milano, 16 novembre 1933[1]) è un'attrice italiana, coinvolta nella vicenda relativa allo scandalo IMI-SIR.
Biografia
Milanese, inizia la carriera teatrale nel primo dopoguerra, recitando tra l'altro nel 1948 con Erminio Macario in Oklabama, di Mario Amendola e Ruggero Maccari[2] e nel 1949 sempre con Erminio Macario in La bisbetica...sognata!, di Enrico Bassano e Bel Ami[2]. Nel settembre 1949 lavora come ballerina con Enza Soldi nella rivista Quo vadis, con Wanda Osiris, Gianni Agus, Fausto Tommei, Tino Scotti e Ugo Tognazzi, che viene trasmessa in televisione in uno dei primi programmi[3] Nei primi anni cinquanta ha preso parte ad alcune pellicole interpretate da Totò e Walter Chiari: tra i suoi film Un turco napoletano del 1953 di Mario Mattoli.
Nel film Totò e le donne appare in una scena che viene censurata, in cui lei ed altre concorrenti si fanno convincere ad alzare la gonna[4]. Si dedica anche al teatro, lavorando tra l'altro in Il rosso e il nero di Oreste Biancoli, Marcello Ciorciolini e Riccardo Mantoni nel 1954 (lavorando con Nilla Pizzi, Corrado Mantoni[5] e Oreste Lionello)[6] e in La granduchessa e i camerieri nel 1956 con Ernesto Bonino, Diana Dei, Gino Bramieri ed Alba Arnova[7]. Torna in televisione nel 1954 con La signora Rosa, di Sabatino Lopez, adattato da Saverio Vertone, con regia di Anton Giulio Maiano[8]. Lascia il mondo del cinema dopo aver sposato l'imprenditore Nino Rovelli, da cui ha quattro figli, Angelo, Felice, Oscar e Rita[9].
La vicenda IMI-SIR
Primarosa Battistella rimase coinvolta nella vicenda relativa allo scandalo IMI-SIR;[10] Dopo 4 anni dalla morte del marito Nino Rovelli nel 1994 il Tribunale di Roma decise che il gruppo finanziario-industriale SIR era fallito per colpa dell'IMI e che agli eredi (Primarosa Battistella e figli) spettava un risarcimento liquidato in 1.000 miliardi di lire. Successivamente la magistratura penale rilevò gravi irregolarità nelle sentenze; Primarosa Battistella, dapprima imputata[11] è stata infine assolta al termine del processo[12][13], ma la somma percepita, che, sulla base di sentenze dall'iter molto complesso,[14] avrebbe dovuto essere rimborsata, non è stata più rintracciata.[15] Nel 2007 parte di questo tesoro è stata individuata dal magistrato di Monza Walter Mapelli[16].
Filmografia parziale
Note
Collegamenti esterni